I rapporti idilliaci fra Musk e Trump: amore eterno?

di Domenico Maceri*


“Amo Donald Trump quanto un eterosessuale può amare un altro uomo”. Con queste parole Elon Musk esprimeva il suo apprezzamento per il 47esimo presidente. Quanto tempo durerà questo amore? Difficile dirlo ma fino ad un anno fa i rapporti non erano tanto idilliaci. Nel mese di marzo dell’anno scorso, dopo essersi incontrato con Trump a Mar-a-Lago, Musk aveva dichiarato che non avrebbe appoggiato  nessuno dei due candidati presidenziali. Poi le cose sono cambiate e Musk è divenuto uno dei più grandi sostenitori di Trump, spendendo quasi 300 milioni di dollari per contribuire alla vittoria del candidato repubblicano nel 2024. Al di là dei soldi, però, Musk ha usato la sua piattaforma X (già Twitter) per sostenere Trump, attaccando Joe Biden e poi Kamala Harris, con moltissime falsità. Trump per ricompensarlo gli ha offerto un incarico speciale nel suo governo, nominandolo leader di DOGE, un gruppo il cui proposito è di “massimizzare l’efficienza e produttività” del governo. Musk ai tempi di Barack Obama era preoccupato dai cambiamenti climatici ed aveva espresso parole poco dolci su Trump.
Nel 2016 Musk aveva dichiarato che Trump non possedeva “il tipo di carattere che rifletteva i valori positivi degli Usa”. Nel 2022 Trump da parte sua aveva etichettato Musk come “un artista di stronzate” per il suo appoggio a Hillary Clinton e Joe Biden, suoi avversari alla presidenza rispettivamente nel 2016 e 2020. Musk fu probabilmente deluso da Biden perché non gli riconosceva  i suoi talenti e nel 2024 divenne grande sostenitore di Trump.

Il padrone di Tesla, SpaceX e tante altre aziende, con i suoi soldi si è in effetti comprato il ruolo di “Dipendente speciale” del nuovo governo, agendo come palla da demolizione. In poche settimane Musk è riuscito a distruggere la USAid, ha preso possesso di documenti riservati di cittadini americani nel Dipartimento del Tesoro e causato  scompiglio nel sistema americano. Lo ha fatto con l’assistenza di una mezza dozzina di suoi dipendenti, tutti fra i 19 e 25 anni, giovani nerd, super esperti di tecnologia, che come Musk stesso, credono di avere tutte le risposte per le loro conoscenze informatiche ma sono completamente incoscienti riguardo l’influenza che le loro azioni possono esercitare sulla vita delle persone.

Le inevitabili denunce all’operato di Musk hanno attirato l’attenzione dei giudici che hanno imposto il blocco di accesso ai dati riservati degli americani come numeri di Social Security, indirizzi, eccetera. Musk ha controbattuto che i giudici corrotti devono essere eliminati e ha continuato a  ignorare l’ordine del giudice Paul A. Engelmayer.

Anche il vicepresidente JD Vance ha criticato duramente i giudici, insinuando che le loro decisioni non dovrebbero essere rispettate.

In assenza di una reazione da parte della legislatura, in mano ai repubblicani, i giudici sono diventati l’unico argine alle sfide al sistema lanciate da Musk e Trump. Tre magistrati hanno già bloccato l’ordine esecutivo di Trump che modificherebbe il principio della cittadinanza per nascita, lo ius soli.

Inoltre, il giudice federale John McConnell ha appena emesso una sentenza stabilendo che Trump ha violato la legge per non aver ripristinato l’erogazione dei fondi federali approvati dal Congresso.

Il giudice ha affermato che vi potrebbero essere serie conseguenze qualora la sua decisione non dovesse essere seguita alla lettera.

Sia Musk che Trump si stanno comportando come imprenditori, credendo di possedere completa libertà di fare quello che vogliono. Il loro modo di governare rispecchia quello di un’azienda,  dove possono impartire ordini e aspettarsi che vengano eseguiti senza obiezioni.

In caso contrario scattano i licenziamenti. Lo ha fatto Trump nel suo primo mandato dal 2017 al 2021, licenziando un folto numero di collaboratori e poi insultandoli, dimenticando che li aveva scelti proprio lui. Adesso ambedue, lavorando insieme, stanno spingendo il sistema senza nessuna preoccupazione sui danni che possono fare all’americano comune.

Finora  Musk e Trump stanno lavorando insieme da “amanti”. Ciononostante qualche crepa nei loro rapporti già si vede. La rivista Time che da 102 anni mette nelle sue copertine personaggi che, nel bene o nel male, stanno facendo la storia, ha pubblicato nella sua edizione più recente la foto di Musk seduto nella Hayes Desk, nota anche come Resolute Desk, la sedia presidenziale della Sala Ovale alla Casa Bianca. La foto suggerisce che Musk sia diventato presidente. Trump, rispondendo alla domanda di un cronista sulla foto di Time ha risposto facendo notare di non essere preoccupato, chiedendo ironicamente se “Time esiste ancora”. Lui lo sa bene che esiste. Solo due mesi fa Time lo aveva nominato persona dell’anno del 2024, includendo anche una lunga intervista concessa da Trump. Trump commentò la pubblicazione come “un grande onore” ringraziando tutto lo staff di Time, complimentandoli per la loro professionalità.

Il fatto che esistono dei dissapori tra Musk e Trump è venuto a galla da alcune fughe di notizie da dipendenti alla Casa Bianca dove l’imprenditore di origine sudafricana è poco apprezzato. Pubblicamente però Trump continua a sostenere Musk. Scaricarlo sarebbe molto difficile considerando il fatto che il padrone di Tesla possiede un patrimonio di quasi 500 miliardi di dollari. Inoltre bisogna tenere presente gli ingenti contratti delle sue aziende col governo. E nonostante gli impegni nelle sue aziende e il suo lavoro al governo Musk ha anche presentato un’offerta ostile di 97 miliardi di dollari per comprare la società non profit che controlla OpenAI, rifiutata per adesso dal Ceo Sam Altman. Alla fine però qualcosa metterà fine al loro “amore”. Ambedue desiderano essere il numero uno e Musk ottiene un indice di gradimento del 36% secondo un sondaggio. I sondaggi non interessano Musk ma Trump invece potrebbe cominciare a capire che se da una parte Musk sta facendo il lavoro “sporco” alla fine potrebbe trascinarlo verso il basso.

 

* Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della  National Association of Hispanic Publications.

@riproduzione riservata

 

Related posts

Roma celebra la creatività italiana al Margutta Creative District 2025”

Catania, applausi per la Madama Butterfly di Lino Privitera al Teatro Bellini

Tentativa de agotar Palermo