Tariffe ferme da vent’anni, ricorsi al TAR e scontro tra pubblico e privato: il futuro della sanità tra incertezze e ripercussioni sui cittadini.
La sanità italiana si trova a un bivio critico, con il rischio di una vera e propria paralisi del sistema. Il nodo della questione è il nuovo Nomenclatore, il documento che stabilisce i rimborsi per le prestazioni in convenzione, sia per le strutture pubbliche che private. Dopo un anno di trattative altalenanti, la questione è ora nelle mani dei tribunali.
L’Uap (Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata) ha presentato un ricorso al TAR Lazio, ottenendo inizialmente una sospensiva, poi annullata a seguito della rinuncia da parte di tre grandi gruppi sanitari privati. La questione è ora rimandata al 27 maggio, data in cui il tribunale entrerà nel merito della controversia. Nel frattempo, le strutture sanitarie private si appellano al Consiglio di Stato per evitare il rischio di fallimenti e licenziamenti.
Uno dei principali problemi evidenziati riguarda le tariffe di rimborso, che sono rimaste invariate da oltre 20 anni, nonostante l’aumento dei costi di gestione e delle spese sanitarie. L’Uap, che rappresenta circa 27.000 strutture e 350.000 lavoratori, denuncia che molte prestazioni verranno rimborsate a cifre insostenibili: una visita cardiologica con elettrocardiogramma, ad esempio, sarà rimborsata solo 17,50 euro, mentre il test PSA Reflex è sceso dai 17,41 euro di vent’anni fa a soli 3,95 euro per tre esami inclusi. Una situazione che potrebbe portare molti medici a rifiutare prestazioni in convenzione, con un conseguente aumento delle liste d’attesa.
Inoltre, il mancato aggiornamento delle tariffe rischia di avere effetti devastanti non solo sulla sanità privata, ma anche su quella pubblica, in particolare nelle regioni in piano di rientro. Il mancato dialogo tra Governo e strutture sanitarie ha portato a una contrapposizione netta, con alcuni assessori regionali che denunciano atteggiamenti rigidi e poco inclini al confronto.
Secondo l’Uap, senza un adeguato sistema di convenzioni tra pubblico e privato il sistema sanitario rischia di collassare, con conseguenze pesanti per i cittadini. Il timore è che, senza un intervento concreto, curarsi possa diventare un privilegio per pochi.