Giornalisti dell’UCSI di tutta Italia in cammino verso la Porta Santa
Il Giubileo del Mondo della Comunicazione è un trampolino di lancio in questo Anno Santo ricolmo di grazie e di speranza per il futuro. Comunicare è indispensabile nel quotidiano seguendo lo Spirito che suggerisce ogni cosa. La Parola è fondamentale, è la vita, Gesù. «Spero nella tua Parola» (Sal 119,74), riceviamola e doniamola.
Comunicare è uscire un po’ da sé stessi per dare del mio all’altro. E la comunicazione non solo è l’uscita, ma anche l’incontro con l’altro. Saper comunicare è una grande saggezza…’ Nell’incontro con i giornalisti di 138 paesi presenti in sala Nervi, Papa Francesco ci ha dato un insegnamento con il suo discorso a braccio e il suo comunicare con ogni persona in modo breve, allegro e cristocentrico.
Dal discorso preparato: ‘Il Giubileo si celebra in un momento difficile della storia dell’umanità, con il mondo ancora ferito da guerre e violenze, dallo spargimento di tanto sangue innocente…. Chiedo – come ho fatto più volte e come hanno fatto prima di me anche i miei predecessori – che sia difesa e salvaguardata la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero insieme al diritto fondamentale a essere informati. Un’informazione libera, responsabile e corretta è un patrimonio di conoscenza, di esperienza e di virtù che va custodito e va promosso… Quella del giornalista è più che una professione. È una vocazione e una missione. Voi comunicatori avete un ruolo fondamentale per la società oggi, nel raccontare i fatti e nel modo in cui li raccontate. Lo sappiamo: il linguaggio, l’atteggiamento, i toni, possono essere determinanti e fare la differenza tra una comunicazione che riaccende la speranza, crea ponti, apre porte, e una comunicazione che invece accresce le divisioni, le polarizzazioni, le semplificazioni della realtà… Il vostro è un compito prezioso.
I vostri strumenti di lavoro sono le parole e le immagini. Ma prima di esse lo studio e la riflessione, la capacità di vedere e di ascoltare; di mettervi dalla parte di chi è emarginato, di chi non è visto né ascoltato e anche di far rinascere il senso del bene e del male e una nostalgia per il bene che raccontate e che, raccontando, testimoniate… per avviare i cambiamenti ci vuole coraggio.
La parola coraggio deriva dal latino cor, cor habeo, che vuol dire “avere cuore”. Si tratta di quella spinta interiore, di quella forza che nasce dal cuore che ci abilita ad affrontare le difficoltà e le sfide senza farci sopraffare dalla paura… ascoltare con il cuore, parlare con il cuore, custodire la sapienza del cuore, condividere la speranza del cuore…’
Comunicare è una missione perché si tocca il cuore dell’altro. Ringraziamo e ascoltiamo la testimonianza di Riccardo Rossi, giornalista missionario sposato, volontario nella comunità fondata da Fratel Biagio che accoglie gli ultimi, portatore di verità e speranza:
È meraviglioso partecipare in questi giorni al Giubileo 2025 del Mondo della Comunicazione guidato da Papa Francesco.
Guardando con occhi rinnovati dalla fede un documento del 2000 del Giubileo guidato da Giovanni Paolo II, si legge che: “Il Comunicatore cristiano in particolare ha un compito profetico, una vocazione…. perseguendo il fine della più perfetta realizzazione del Regno in questo mondo, restando consapevoli del fatto che alla fine dei tempi, Gesù ripristinerà tutte le cose e le riporterà al Padre (cfr. 1Cor 15,24)”.
Ieri Papa Francesco ha detto a tutti noi giornalisti: “Ma tu, sei vero? Non solo le cose che tu dici, ma tu, nel tuo interiore, nella tua vita, sei vero? È una prova tanto grande. Comunicare quello che fa Dio con il Figlio, e la comunicazione di Dio con il Figlio e lo Spirito Santo. Comunicare una cosa divina.”
Dobbiamo essere testimoni di verità e perseguire la realizzazione del Regno di Dio su questa terra.
Che vuol dire essere coerenti con quello che scriviamo, diventare persone totalmente vere, portando in noi Cristo che è l’unico perfetto. Le nostre scelte devono essere coerenti con il Vangelo, in famiglia dobbiamo essere portatori di pace e speranza, con gli amici e con tutti. La nostra vita deve profumare di Cristo, non possiamo fare articoli meravigliosi e poi con la nostra vita essere portatori di discordia, di intolleranza, di parole cattive. Non ci può essere una dicotomia tra le parole belle che scriviamo e il nostro comportamento giornaliero.
Come facciamo a scrivere la verità, se la nostra esistenza non è nella verità? Dobbiamo fare una comunicazione Divina ma dobbiamo noi farci abitare dallo Spirito e diventare uomini santi. Ma come accade questo soltanto innestandoci in Cristo, Giovanni (15, 3-4) “Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me”. Dobbiamo cristificarci, fonderci in Gesù, altrimenti le nostre parole apparentemente intrise di verità saranno vuote, la nostra vita ci chiama ad essere testimoni nella Verità, in ogni nostro comportamento, in famiglia, nel lavoro, in poche parole ovunque. Il Giubileo è un momento di grande conversione, un motto che ci interroga e ci dice: sono credibile?
Io sono Tempio dello Spirito?
In questi giorni del Giubileo rivolto a tutti gli operatori della comunicazione, compresi noi giornalisti, vi sono stati tanti spunti per mettersi in discussione. Tra i giornalisti cattolici dell’Ucsi, da tutte le regioni d’Italia, nella chiesa di San Lorenzo in Lucina il giorno 24 gennaio, ci siamo posti delle domande per farci riflettere su che rapporto abbiamo con Gesù. “In che modo coltivo il mio rapporto personale con Gesù? Quanto tempo trascorro con Lui?” Queste domande ci devono far capire che questo è il tempo giusto per rinnovarsi e fondersi sempre di più in Cristo e Maria in modo da diventare finalmente fedeli alla Verità.
Personalmente ho trovato la chiave, per fonderci in Gesù e Maria nelle verità dei 36 volumi del “Libro di Cielo” vergati da Luisa Piccarreta in cui il Re dell’Universo ci parla: “Vengo come Re in mezzo ai popoli, ma non per esigere imposte e tributi, no, no; vengo perché voglio la vostra volontà, le vostre miserie, le vostre debolezze, tutti i vostri mali. La mia sovranità è proprio questa: voglio tutto ciò che vi rende infelici, inquieti tormentati, per nasconderlo e bruciare tutto con il mio amore e, da Re benefico, pacifico, magnanimo qual sono, ricambiarvi con la mia Volontà, con il mio amore più tenero, con le mie ricchezze e felicità, con la pace e la gioia più pura. Se mi darete la vostra volontà tutto è fatto, mi rendete felice e sarete felici. Non altro sospiro, se non che la mia regni in mezzo a voi” (Appello del Re Divino nel Regno della Sua Volontà, Libro di Cielo volume uno, edizione Gamba). Diamo a Gesù la nostra umana volontà e vivremo felici e con tutti i beni, come Adamo ed Eva prima del peccato originale.”
Nel nostro piccolo e nel mondo comunicare è una missione. La forza interiore ci spinga ad andare verso l’altro per comunicare con saggezza e rispetto la Verità.