L’Italia? Non pervenuta, anzi assente

I delicati equilibri e gli interessi dei Paesi  mediorientali  e degli stati del Nord Africa, tra Stati Uniti e Russia. E l’Italia? L’analisi di Raffaele Romano

 

Nel Medio Oriente e nel Nord Africa tutti fanno tutto ed il contrario di tutto. Solo l’Italia è assente, se non per  lanciare slogan ed appelli senza significato concreto. Ecco un sintetico quadro dove capirete che ognuno fa il proprio gioco in funzione degli interessi nazionali eppure né gli USA  né nessun altro battono ciglio a prese di posizione contraddittorie.

La Turchia, pur facendo parte della NATO, ha accettato di pagare il gas russo in rubli e ha discusso dell’ulteriore sviluppo dei legami bancari, in special modo del sistema russo di carte di pagamento MIR, alternativo ai circuiti Visa e Mastercard che hanno sospese le operazioni con la Russia. Erdogan non ha ricevuto Blinken l’altra settimana, un duro schiaffo per gli Stati Uniti. Inoltre con la Russia si sono spartiti la Libia e qualche altra “cosetta”. L’Algeria con cui abbiamo aumentato di molto l’importazione di gas ha espresso riserve sulla dichiarazione finale della riunione straordinaria dei ministri degli Esteri arabi tenutasi al Cairo sulla situazione in Palestina, che ha condannato l’uccisione di civili da entrambe le parti. Lo stesso con la Tunisia che ha varato una legge anti Israele. Senza dimenticare il Sudan che con Abdelbasit Hamza Elhassan Mohamed Khair (Hamza), che l’OFAC (L’Ufficio per il controllo dei beni esteri del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti) descrive come “un finanziatore di Hamas con sede in Sudan dell’organizzazione terrorista”.

Israele ha intrapreso la difficile ma nobile missione di mediare la ricerca della pace e porre fine all’aggressione della Russia contro l’Ucraina”, dichiarò Andriy Yermak, capo dello staff del presidente ucraino Zelensky. Israele si è rifiutato di vendere armi a Kiev o di aderire alle sanzioni anti-russe, e le sue dichiarazioni sono state accuratamente elaborate per sostenere l’Ucraina senza riferirsi esplicitamente alla Russia.

Siria a settembre del 2014 una coalizione internazionale guidata dagliStati Uniti d’America, Giordania, Bahrein, Qatar, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, ha iniziato a bombardare l’ISIS, soprattutto in Iraq e in supporto delle forze curde YPG che erano assediate nella città di Kobanê e nel nord-est del Paese. Francia e Russia lanciano invece i primi attacchi a settembre 2015 mentre il Regno Unito lo fa a dicembre. La Russia è riuscita a mantenere Assad al potere con l’aiuto dell’Iran, del gruppo sciita libanese Hezbollah e di varie milizie sciite fondamentali per capovolgere il corso della guerra. La Russia ha sostenuto l’amministrazione del presidente della Siria in carica Bashar al-Assad sin dall’inizio del conflitto siriano nel 2011: politicamente, con aiuti militari e, dal settembre 2015, attraverso la missione in Siria con intervento militare diretto. Il dispiegamento del 2015 in Siria segnò il primo caso, dopo la fine della guerra fredda nel 1991, in cui la Russia entrò in un conflitto armato fuori dei confini appartenuti all’Unione Sovietica.

Marocco Sulla questione israelo-palestinese la posizione di Rabat è particolarmente delicata e ambigua da quando, nel 2020, ha aderito agli Accordi di Abramo e stabilito relazioni diplomatiche con Tel Aviv.

Egitto ed Israele hanno oggi interessi comuni e un solido rapporto. Sul fronte energetico, entrambi mirano allo sfruttamento degli idrocarburi nel Mediterraneo. Per quanto riguarda i temi securitari, collaborano per contrastare il terrorismo nel Sinai e contenere Hamas nella Striscia di Gaza.

Qatar ospita e finanzia Hamas ed è la sede dove la CIA sta trattando con l’Emiro Tamim bin Hamad Al Thani molto vicino anche ai Fratelli Musulmani. La sua forza risiede nell’ospitalità offerta ai leader dei talebani e di Hamas e nel sostegno economico apertamente concesso ai loro movimenti. Ospita anche la più grande base americana la Udeid Air ForceBase nella capitale Doha. Dove convivono sia l’aeronautica militare dell’emiro del Qatar, sia quella degli Stati Uniti e la Royal Air Force britannica. Ospita il quartier generale avanzato del comando centrale degli Stati Uniti, il quartier generale del comando centrale delle forze aeree degli Stati Uniti il gruppo aereo di spedizione n. 83 della RAF e la 379a ala di spedizione aerea dell’USAF. Nel frattempo gli Emirati Arabi Uniti sono usciti da Le Combined Maritime Forces in quanto Abu Dhabi ha scelto di ritirare il proprio impegno dalla coalizione che sotto la guida degli Stati Uniti gestisce la sicurezza marittima del Golfo. Nell’accordo tra Stati Uniti e Bahrein va inevitabilmente tirato dentro anche l’Iran. Non che ne sia parte, ma quello siglato è l’ennesimo passo che gli americani muovono nella regione per contenere Teheran. Washington e Manama hanno deciso di rafforzare i loro legami di sicurezza ed economici, dimenticandosi del passato quando la monarchia del Golfo era stata punita da Barack Obama con un embargo sulle armi a causa della repressione contro gli sciiti.
Oman La politica estera omanita è amichevole verso l’Occidente e vanta legami privilegiati con il Regno Unito e con gli Stati Uniti. Più strategico è il legame con gli Stati Uniti, che costituisce un punto di riferimento costante delle scelte del Sultanato, nei settori militare ed economico.

Yemen grazie all’alleanza con Ansar Allah, Teheran è riuscita a guadagnare un significativo spazio strategico in Yemen. Nel Libano si prevede un aumento del tasso di povertà della popolazione. Secondo l’Onu, l’80% degli abitanti del Libano vive dal 2020 sotto la soglia di povertà. In molte aree del Libano, Hezbollah gestisce ospedali, cliniche, negozi, scuole ed imprese edili, oltre ad una considerevole serie di organizzazioni preposte alla gestione di aiuti alla popolazione ed in particolare alle famiglie dei suoi miliziani e presiede il sud del Libano da dove può sparare su Israele.

E l’Italia?

Related posts

L’Europa che necessita non è quella socialista e tanto meno quella di Adenauer e De Gasperi. Leggere Ida Magli per andare oltre

EUROPA SVEGLIATI!

Nicola Panascì, messinese deportato dal nazi-fascismo