Smart working e insegnamento a distanza: ritardi e incongruenze messi in evidenza nei quattro giorni della scuola estiva arpinate Comunicato stampa

(Roma, 6/9/22) – Roma, 6 settembre 2022. “In questi giorni si parla di prorogare la possibilità dello smart working fino a dicembre, ma sempre nella logica emergenziale, di un lavoro limitato a disabili o a genitori con figli piccoli. Neanche il Covid è servito per capire che quasi tre lavoratori su quattro, in Italia e in Europa, in quanto lavoratori “di concetto” potrebbero svolgere gran parte del loro lavoro da casa, o da centri diversi dalla loro azienda, con enormi risparmi in termini di energia, di congestione del traffico e di mezzi pubblici, di spazi per il lavoro, parcheggi e via dicendo”. Così si esprime Enrico Ferri, professore all’Unicusano e curatore dei 4 giorni della SEA su “IL LAVORO E L’INSEGNAMENTO UNIVERSITARIO NELL’ERA DELLA RIVOLUZIONE TELEMATICA”, conclusasi ad Arpino domenica mattina.Vi hanno partecipato alcune decine fra borsisti e relatori provenienti da diverse università di tutt’Italia, ma anche informatici, giudici, fisici e ingegneri. Il tema si prestava a molti approcci, essendo anche e soprattutto legato alla questione dell’organizzazione del lavoro. “L’attuale organizzazione dell’economia è ancora strutturata secondo il modello fordiano, che separa drasticamente orario di lavoro e vita privata. Oggi la giornata di lavoro è in media di 7/8 ore, ma con i tempi di spostamento e le pause diventa di 12 ore, come ai tempi di Ford. Il lavoro necessario per il sostentamento, assorbe gran parte del tempo della vita”. Così si è espresso Giuseppe Cricenti, Consigliere in Cassazione, ma la questione dell’inutile perdita di tempo, cioè di vita, è stata ripresa da vari relatori, anche in riferimento alla didattica telematica, non solo sottolineando l’elasticità di questo tipo di formazione, ma pure l’efficacia. È stato chiaro, al riguardo, Pietro Oliva, professore di Ingegneria alla Cusano: “La didattica che usa anche l’ausilio della telematica ha due essenziali prerogative, in gran parte inesistenti nella didattica universitaria in presenza: permette ad ogni studente di svolgere un percorso personalizzato adatto alle sue caratteristiche ed ai suoi ritmi di vita. Permette inoltre di poter verificare e monitorare quasi giorno per giorno il livello di apprendimento dei singoli ed intervenire di conseguenza”.Che il modello di insegnamento che prevede la presenza di studenti e docenti in uno stesso luogo ad una certa ora sia superato e scarsamente gestibile, è apparso chiaro anche dall’intervento di Massimo Russo, che ha gestito in prima persona le conseguenze, a livello informatico, del blocco della didattica alla Sapienza. Nella sua relazione ha ricostruito in modo puntuale i vari tentativi di ripristinare un’efficiente didattica ed allo stesso tempo ha evidenziato l’impreparazione nel gestire una situazione che mettesse in crisi gli abituali standard universitari.Che non tutto proceda a rilento, però, è stato mostrato da Daniele Barettin, professore di ingegneria all’Unicusano, che ha parlato del “Progetto europea Athena: Erasmus e telematica”, di cui è uno dei responsabili, progetto che stabilisce nuovi coordinamenti e procedure didattiche all’insegna della telematica. Molto, però c’è ancora da fare, come ha ricordato Fabio Santella, vice direttore generale dell’Unicusano ed esperto in legislazione universitaria: “Assistiamo ad una situazione paradossale e discriminatoria: si riconoscono i vantaggi della telematica in ambito educativo e si lascia mano libera alle università in presenza di adottarla, ma si mantengono una serie di limiti alle telematiche nell’usare anche forme di insegnamento in presenza. Un’evidente discriminazione.”.I lavori della SEA di Arpino e le manifestazioni artistiche, musicali e culturali ad essa legate hanno riscosso l’interesse di molti partecipanti e dei media provinciali ma anche e soprattutto nazionali.

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