L’ANNO CHE VERRA’

di Raffaele Romano

E’ sicuramente il 2023 che, tragicamente, inizierà purtroppo in anticipo e precisamente il 30 settembre del 2022. Il perché è presto detto in quanto stiamo andando incontro alla tempesta perfetta formata da: un’inflazione vicina ormai al 10%, una guerra alle porte dell’Europa, il Covid non ancora definitivamente domato che rialzerà la testa, il metano che nelle mani della speculazione in Olanda ad Amsterdam è aumentato in 1 anno di ben 9 volte, il dollaro che vola e l’euro che scende e, di nostro, ci abbiamo messo anche le elezioni anticipate.

Fattori esterni enormi con l’aggiunta irresponsabile di una crisi di governo che ha già portato lo spread intorno ai 235 punti base, una crisi di governo voluta e causata da molte forze politiche pensando, ognuna di esse, di trarne il maggior profitto.

Da qui è scoppiata la pandemia della sedicente politica con show mediatici in cui tutti, e lo sottolineo tutti, promettono e garantiscono cose mirabolanti attraverso i social e le televisioni. “Infatti la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una grande  trasformazione che tutti quanti stiamo già aspettando.

Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno.

Ogni Cristo scenderá dalla croce e anche gli uccelli faranno ritorno

Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno.

Anche i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno

E si farà l’amore, ognuno come gli va

Anche i preti potranno sposarsi Ma soltanto a una certa età”.

Poi mi son detto che queste promesse su tutto e per tutti già le avevo sentite da qualche parte ma non riuscivo ad quadrarle poi in macchina, mentre tornavo a casa, ho sentito il grande Lucio Dallache cantava la sua splendida “L’anno che verrà” ed ho capito da dove tutti costoro hanno tratto l’ispirazione promettendo tutto a tutti.

Non vorrei essere nei panni di coloro che vinceranno queste elezioni perché questa volta non c’è un masso, bensì uno strapiombo nel quale potremo finire una volta per tutte.

Ma, nel mentre riflettevo su queste enormi problematiche affidate a queste incapaci mani, la canzone di Dalla concludeva con

Vedi caro amico cosa si deve inventare

Per poter riderci sopra

Per continuare a sperare

Era un’invenzione poetica per riderci sopra e…………….continuare a sperare.

Ma con questi si può sperare?

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