Casa Vuota, progetto curatoriale e spazio espositivo domestico creato nel 2017 a Roma dal curatore Francesco Paolo Del Re e dall’artista Sabino de Nichilo, compie cinque anni.Per festeggiare questo compleanno, mercoledì 22 giugno alle ore 18:30 si inaugura la mostra BOSCO SACRO, personale dell’artista Paola Zampa, un’unica grande installazione piena di meraviglia e di mistero.
Immagini sospese nell’aria, simili a foglie agitate da un vento inquieto, accolgono i visitatori della mostra Bosco sacro, la personale di Paola Zampa a Casa Vuota a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo, che si inaugura mercoledì 22 giugno 2022 a partire dalle 18:30 nello spazio espositivo di via Maia 12 a Roma e si può visitare su appuntamento fino al 31 luglio, prenotando ai numeri 3928918793 o 3284615638 oppure all’email vuotacasa@gmail.com.
Con l’approccio installativo e avvolgente che caratterizza da sempre i progetti di Casa Vuota, l’intervento di Paola Zampa si offre come un’unica grande installazione, ponendosi in dialogo con i vari ambienti dello spazio domestico. Nell’appartamento del Quadraro trasformato in spazio espositivo l’artista inventa un bosco millenario scandito dalla tensione verticale di tronchi svettanti, tra i quali baluginano fantasmi e presenze divine. “Ho immaginato – racconta Paola Zampa – un bosco arcaico, con alberi vecchi e spogli, abitato da fantastiche e mitologiche presenze e da antiche divinità, dove si incontrano resti di riti nascosti e crudeli, reliquie di primitive religioni, frammenti d’ossa di chimerici animali”.
“Paola Zampa – scrivono i curatori Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo – porta a Casa Vuota un bosco d’ombra e d’oro, un luogo mentale e letterario, di un tempo anteriore o ulteriore, in cui si sperimenta la presenza del divino. Reliquie, ossicini, bucrani di gusto rinascimentale, offerte devozionali si ritrovano lungo i tracciati appena accennati di sentieri misteriosi da seguire. Conducono a quinte teatrali che modificano la percezione degli spazi e il loro utilizzo, fino al luogo segreto dove danzano i Satiri ebbri di una sensualità ferina, dove le Veneri si fanno
L’artista
Paola Zampa, nata a Civitavecchia (Roma) nel 1951, vive e lavora a Roma, dove è stata professore ordinario di Storia dell’Architettura presso l’Università “La Sapienza”. Sin dagli anni Ottanta, nel suo lavoro artistico sperimenta, senza limitazioni, tematiche e tecniche diverse. Rappresenta elementi naturali prototipici: alberi, vulcani, pietre, montagne, fiumi. Riproduce parti del corpo umano. Usa la scrittura nel suo valore decorativo o come traccia di una narrazione. Costruisce assemblaggi con resti di esistenze animali e vegetali. Le sue opere sono frammenti di una genesi. Nella sua produzione impiega anche la tecnica femminile e domestica del ricamo: riproduce immagini delle più drammatiche cronache quotidiane su pezzi di biancheria per la casa o figure tratte dalla grande produzione pittorica del passato e dalla tradizione popolare su radiografie e lastre di piombo. L’arte permette di guardare l’inguardabile e mette ordine nel caos e l’amore per la bellezza, in tutte le sue forme, tenta un esorcismo nei confronti della precarietà e drammaticità della condizione umana che, tuttavia, affiorano in controluce.