Villa Medici a Roma: tra storia e bellezza il respiro del Rinascimento

Nel punto più alto di Roma, da cui si gode una vista incomparabile sullo skyline della città, dall’Eur a Monte Mario, dal Gianicolo ai Castelli Romani, sorge villa Medici, sul sito occupato anticamente dagli Horti Luculliani, abbandonati in epoca post antica a causa della loro posizione periferica.

Nel 1564 il cardinale Giovanni Ricci di Montepulciano acquistò una casa situata sul “collis hortulorum”, con il podere annessocoltivato a vigne e, successivamente, nel 1576, la proprietà passò al cardinale Ferdinando de’ Medici, che vi fece costruire un nuovo palazzo affidandone i lavori a Bartolomeo Ammannati. Questi, secondo l’uso dell’epoca, inglobò le preesistenze nella nuova costruzione, incastonandovi anche bassorilievi e statue romaneche in quel periodo con grande facilità riemergevano in molte parti della città, parecchi dei quali furono poi portati a Firenze quando il cardinale divenne Granduca di Toscana.

Tra questi il famoso gruppo dei Niobidi, le 13 statue ispirate al mito di Niobe e dei suoi figli, rinvenute nel 1583 negli Horti Lamiani, nei pressi di San Giovanni e oggi esposte agli Uffizi in una sala dedicata, i leoni oggi nella Loggia dei Lanzi e l’obelisco oggi a Boboli, tutte sostituite a villa Medici da copie. Sono, invece, ancora in loco, a causa della difficoltà di smurarli, i bassorilievi che ornano la facciata interna della villa, fra i più preziosi dei quali, due pannelli riferibili all’Ara Pacis.

Villa Medici, facciata interna

Lo stile volutamente sobrio della facciata esterna da cui si accede alla Villa, è in netto contrasto con l’opulenza della facciata internache si apre con una loggia sul magnifico giardino, ancora oggi suddiviso secondo lo schema rinascimentale in sedici aiuole quadrate, cinto da siepi e caratterizzato dalla presenza di maestosi pini.

Gli interni ospitano una preziosa collezione composta da mobilio, arazzi, oggetti d’arte e di design, strumenti musicali, disegni, stampe, sculture, oltre a una delle più grandi biblioteche di arti decorative di Roma con circa 37.000 volumi in lingua francese, dedicati alle arti plastiche, architettura e storia dell’arte, musica, fotografia, cinema e letteratura.

Villa Medici, interni

Per circa un secolo e mezzo la villa fu uno dei luoghi più eleganti e mondani di Roma, location di feste memorabili e soggiorno dimoltissimi personaggi famosi, fra cui Galileo Galilei che vi fu ospite nel 1633, dapprima liberamente poi forzatamente durante il suo processo al Tribunale dell’Inquisizione.

Nel 1787 Pietro Leopoldo Lorena, erede universale dell’estinta famiglia Medici, dopo aver completato il trasferimento delle restanti opere d’arte a Firenze, mise in vendita la villa, che fu acquistata dalla Francia, con il contratto firmato da Napoleone Bonaparte, per trasferirvi l’Accademia di Francia, istituzione nata nel 1666 su impulso di Jean-Baptiste Colbert e Gian Lorenzo Bernini, con lo scopo di accogliere i vincitori del Prix de Rome e i giovani artisti protetti dai grandi nobili francesi per poter accrescere la loro formazione a Roma e in Italia.

Prima di trovare la sua collocazione definitiva a Villa Medici, l’Accademia di Francia a Roma ha avuto diverse sedi: dalla iniziale modesta abitazione vicino a Sant’Onofrio sul Gianicolo, a Palazzo Caffarelli nel 1673, poi a Palazzo Capranica e, infine, a Palazzo Mancini in via del Corso dal 1725.

Durante la Rivoluzione francese, Palazzo Mancini fu saccheggiato dai contro-rivoluzionari romani nel febbraio 1793 e alcuni borsisti fuggirono a Napoli e a Firenze. In seguito a questi avvenimenti l’Accademia di Francia a Roma venne soppressa, per essere poi nuovamente istituita nel 1795 dal Direttorio.

L’Accademia di Francia ha ospitato nel corso dei secoli illustri borsisti, come Boucher, Fragonard, David, Baltard, l’architetto di Les Halles a Parigi, Garnier, dell’omonima Opéra Garnier, compositori come Berlioz, Bizet, Gounod e Debussy, mentre solo all’inizio del XX secolo, con Lili Boulanger le donne fecero il loro ingresso in Accademia. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Villa venne requisita da Mussolini e l’Accademia trasferita temporaneamente a Nizza e poi a Fontainebleau.

Si sono succeduti anche molti importanti direttori alla guida della prestigiosa istituzione, come Frédéric Mitterrand, nipote dell’omonimo presidente francese, Jacques Ibert e il pittore Balthus a cui si deve un importante restauro dell’edificio e l’organizzazione delle manifestazioni per aprire la Villa ai Romani, come sede di eventi e mostre.

Attualmente sono in corso il Festival des Cabanes con incontri, installazioni e performance a tema architettura e la mostra di Giuseppe Penone il cui progetto è stato ideato appositamente per le stanze storiche del cardinale Ferdinando de’ Medici.

Accademia di Francia a Roma, Villa Medici, Viale della Trinità dei Monti, 1 dal lunedì alla domenica, dalle 10 allle 19, chiusa il martedì.

 

Related posts

Catania, applausi per la Madama Butterfly di Lino Privitera al Teatro Bellini

Tentativa de agotar Palermo

Esercito, Carabinieri e dintorni: ecco i motivi per cui i giovani ancora affollano i concorsi per le divise