Uno tra i mille motivi per visitare Siracusa…
oltre la meraviglia della città siciliana, della storia che conserva e penetra in ogni singolo passo che si fa , ogni luogo che si osserva, ogni boccone che si assapora e monumento che si visita é proprio il teatro greco, nella suggestiva cornice della zona archeologica.
Infatti é proprio nel teatro di Siracusa che si é tenuta la 57esima edizione del ciclo delle rappresentazioni classiche organizzate dalla fondazione Inda : Agamennone, Edipo Re e Ifigenia .
La seconda prima dello spettacolo “Agamennone” è stata diretta dal brillante regista Davide Livermore, il quale con una chiave estremamente moderna inscena uno spettacolo epico dimostrando quanto possa essere sempre attuale.
È stato meraviglioso vedere quanto la sete di cultura, di arte non sia scemata bensì cresciuta dopo la pandemia, infatti quasi 10 mila persone tra cui 2 mila studenti hanno assistito allo spettacolo, facendo tornare il teatro alla capienza piena dopo anni.
Uno spettacolo vibrante, emozionante, rock, in abiti da sera e smoking, realizzati da Mario Falasca e con un libero riferimento alla guerra. Il conflitto tra greci e troiani é stato rivisitato dal regista facendo apparire il “coro” con uomini in divisa, inchiodati alle sedie a rotelle, assistiti dalle infermiere, in un’atmosfera di costumi che fa rivivere al pubblico la tragedia della prima guerra mondiale e lascia pensare ai recenti avvenimenti europei che il popolo ucraino sta subendo.
Molto suggestiva, inoltre la scenografia che vede sul Palco l’ ostentazione di immagini con il ledwall che proietta sequenza di colori e filmati che rendono ancora più penetrante ciò che viene rappresentato in scena, l’occhio che tutto vede e giudica durante la sanguinosa vicenda che viene raccontata da Eschilo.
All’inizio della rappresentazione vediamo lo spettro di una bambina, Ifigenia , che corre sul palco, tormentata, come lo era la sua anima che vagherà per l’eternità sulle note di Das Musikalische Opfer di Bach, un tema che evoca dolore, tormento, orrore… un motivo che si ripete ossessivo ogni volta che lo spettro della bambina appare sulla scena.
Il mito infatti racconta come Agamennone, per placare l’ira degli dei e proseguire il suo viaggio di ritorno in patria dalla moglie Clitemnestra, abbia dovuto sacrificare sua figlia, Ifigenia.
Ed é proprio da questo assassinio che scaturirà la vendetta di Clitemnestra,
La quale ha ordito la sua trama per ingannare e togliere la vita al marito Agamennone.
Ella intende avvalorare il proprio ruolo da regnante, mostrandosi alla stregua della regina Elisabetta I, “donne che mangiano il proprio cuore per farsi uomo”. Laura Marinoni (Clitemnestra) ha mostrato una padronanza e forza immensa nell’interpretare il personaggio della sposa, una donna distrutta per la perdita di figlia e piena di rancore, di odio e del sentimento di vendetta, incoraggiata anche da Egisto suo amante E cugino dello stesso Agamennone che serbava rancore
per le precedenti vicissitudini tra i corrispettivi padri Tieste ed Atreo.
Un dramma cruento e musicale, accompagnato dal pungente suono dissonante ed armonico del pianoforte e delle musiche di Mario Conte, che attraverso tecniche di sintesi elettroniche richiamava le composizioni di musiche cinematografiche. Ambienti evocativi, riverberi, elementi della natura fanno da sfondo musicale della rappresentazione teatrale che si conclude con una finale rock a sorpresa con la canzone Glory Box, un brano dei Portishead interpretato dalla sentinella Maria Grazia Solano, un momento estremamente intenso che ha fatto andare in visibilio tutto il pubblico che alzandosi ha vibrato in aria i telefonini, che hanno illuminato l’intera cavea, come ad un concerto al palasport.
Livermore afferma “Avere la straordinaria occasione di dirigere L’Agamennone di Eschilo significa accogliere la sfida di partire dall’archetipo per porre le premesse che , in maniere “irrefrenabile”, verranno sviluppate negli altri due drammi della trilogia. In quanto archetipo, l’Agamennone di eschileo, corrisponde alla definizione stessa di “classico”: qualcosa che è esemplare sin dal momento della sua creazione, ma sempre vibrante ed estremamente attuale […]”.