the Earth Day: il turismo di massa e il suo impatto in Italia

Oggi 22 aprile si celebra la ‘’la Giornata della Terra’’ , l’iniziativa più grande al mondo dedicata all’ambiente che nasce nel 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della terra. Si celebra in ben 193 paesi e coinvolge 1 miliardo di persone. In occasione dell’Earth Day oggi presentiamo 5 luoghi in Italia in pericolo ambientale a causa del turismo di massa.

Il primo posto di cui parliamo è la Grotta della Poesia in Puglia, uno degli angoli più belli del Salento, situata tra Roca San Foca e Torre dell’Orso, fino a qualche anno fa poco conosciuta ma oggi meta ambita del turismo di massa.

La grotta è a grande rischio geo morfologico, poiché per lo più costituita da frane e piccole insenature. Sui social la grotta della poesia ha fatto un vero e proprio ‘’boom’’, sono tantissime le foto e i video che non possono non destare allarme per chi conosce la fragilità della roccia Tufacea di cui è composta la scogliera, già soggetta all’erosione naturale. Con il rischio sempre più imminente di veder persa per sempre la tipicità e unicità del luogo. Proprio per questo è intervenuto il comune di Melendugno che negli anni ha limitato gli accessi per evitare di avere troppe persone vicino alla grotta e imposto il divieto di balneazione all’interno delle grotte.

 

 

 

 

 

 

 

Il secondo luogo è la spiaggia di Budelli in Sardegna anche detta la ‘’spiaggia rosa’’,

Ma perché questo peculiare colore, che rende così unica questa remota spiaggetta? La colorazione è data dalla copiosa presenza di gusci calcarei appartenenti ad un organismo monocellulare, chiamato Miniacina Miniacea. A causa della lenta azione del tempo, nel corso di secoli questi gusci si sono accumulati sull’arenile dell’isola conferendole il caratteristico colore che l’ha resa celebre.

Spiegatone la particolare origine, occorre anche dire che il colore così caratteristico non ha portato solo fama a questa singolare attrazione opera della natura, ma ha rischiato anche di decretarne la fine. Il delicato ecosistema infatti è stato messo a rischio dall’impatto ambientale provocato dalle decine di migliaia di turisti che ogni anno accorrevano in barca per beneficiare della magia della Spiaggia Rosa e addirittura prelevare la particolare sabbia con mezzi di fortuna e portarla via a mò di souvenir. Proprio per questo l’accesso adesso è vietato e si può ammirare solo da lontano, via mare.

 

Un altro luogo che soffre di dissesto idrogeologico (Degradazione ambientale dovuta principalmente all’attività erosiva delle acque superficiali) sono le Cinque terre:  Il suolo fragile e le frotte di turisti non sono una combinazione ideale. É inoltre presente un altissima domanda di alloggi con conseguenti costruzioni di nuove case e consumo del suolo.

 

Lo stesso Colosseo, in piedi da quasi duemila anni, monumento simbolo di Roma fra i più visitati al mondo continua ad essere vittima di turisti barbari. Vandali che non smettono di considerare l’Anfiteatro Flavio un muro su cui lasciare un segno, nient’affatto richiesto.

 

E infine Venezia, non è minacciata solo dai cambiamenti climatici ma anche dai turisti. Pochi sono i negozi che forniscono beni di prima necessità, come panettieri o fruttivendoli. Al loro posto ci sono quelli di souvenir, gioielli, maschere industriali e molte altre “trappole” per turisti. Il costo della vita sull’isola è tendenzialmente alto e questo rende viverci un lusso che pochi si possono permettere, specialmente per i più giovani che finiscono per prediligere la terraferma, anche e soprattutto per la maggiore offerta di lavoro. Venezia è infatti un deserto lavorativo: gli affitti sono troppo alti per gli studi professionali. E anche gli studenti sono in difficoltà, perché sebbene Venezia sia una città universitaria a tutti gli effetti, scegliere di viverci impone loro meno servizi e vita sociale, costi più alti e case in condizioni degradate. Se da una parte è giusto che le bellezze siano fruibili a tutti ciò non consente di vederle consumate e irrimediabilmente rovinate dal turismo di massa.

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