Pediatria: vademecum ortodontisti per ‘sorriso’ bimbi senza rischi

Roma, 8 feb. (Adnkronos Salute) – C’è un’età giusta per la prima visita odontoiatrica? E per il primo consulto ortodontico? Rispondono gli specialisti FaceXP, associazione di ortodontisti che promuove su tutto il territorio nazionale una corretta e diffusa cultura sull’ortodonzia. “La prima visita odontoiatrica dovrebbe avvenire fra i 12 e i 18 mesi di vita; l’uso del ciuccio dovrebbe essere scoraggiato dopo i due anni perché potrebbe provocare problemi di malocclusione dentale; la prima visita ortodontica dovrebbe avvenire entro i 7 anni di età”, sottolineano gli specialisti. “Alcune malocclusioni – spiega Valerio Maccagnola, presidente di FaceXP – si sviluppano come conseguenza di comportamenti errati (suzione del dito, del ciuccio o giocattoli) oppure in seguito a situazioni anatomiche particolari o ancora ad alterazioni funzionali come accade per problemi che coinvolgono le vie aeree superiori (adenoidi ipertrofiche, deviazione del setto nasale, diatesi allergiche con ipertrofia delle mucose nasali e dei turbinati)”. Secondo l’esperto, “la prevenzione in età pediatrica contribuisce all’individuazione di eventuali problemi, che con il coinvolgimento dello specialista più indicato (logopedista, otorino-laringoiatra, allergologo, chirurgo maxillo-facciale, pediatra) consente di risolvere il problema alle sue primissime manifestazioni, con un impatto sostanziale sulla salute dell’individuo e un abbattimento dei costi necessari invece a intervenire in età adulta”.”Al compimento del primo anno di vita del bambino un primo esame odontoiatrico rivela possibili carie sui denti da latte, permette di prevenire l’insorgenza delle conseguenze di possibili alterazioni dentali e di impostare una corretta igiene orale. Intorno ai 5-6 anni il bambino inizia a cambiare i denti da latte – ricordano gli specialisti – analizzare il piccolo paziente in questa importante fase di trasformazione, caratterizzata dalla prima coesistenza dei denti da latte e dei denti permanenti, consente un’analisi predittiva dell’evoluzione del suo sviluppo dentale, senza sovraesporlo a visite numerose e frequenti”. “Questo permette all’ortodontista di valutare la reale esistenza di un problema da monitorare e correggere e soprattutto di pianificare un programma individuale, studiato sulle specifiche esigenze del singolo bambino, e che definisca in anticipo quando questo deve cominciare e quanto è opportuno che duri”, concludono i dentisti.

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