I libri. Talismani preziosi che rivelano la natura e il pensiero di chi li colleziona. Per chi possiede migliaia di libri e ne è un appassionato cultore, il problema non giunge certo nuovo: come raccoglierli, catalogarli, classificarli? Costruire architetture razionali su solide strutture alfabetiche, o suddividerli in base al tema trattato o seguire semplicemente il colore delle copertine? O al contrario lasciare che si sovrappongano in pile casuali e indomabili, anche in seconde e triple file, ad imitare le involuzioni tortuose del pensiero e rassegnarsi nella “ricerca del volume perduto” che si è sicuri di possedere ma che forse conviene riacquistare, per evitare di cercarlo e cercarlo ancora.
I libri non si fanno trovare o a volte capita che nella ricerca, un altro volume balzi alla nostra attenzione, rivelandoci verità e messaggi che forse fanno proprio al caso nostro in quel determinato frangente, nel viaggio della vita. Un problema metafisico che nel nuovo lavoro di Massimo Gatta, “L’insolenza e L’audacia” edito da Graphe.it lo studioso e bibliofilo
Curiosiamo nella biblioteca privata di Voltaire, di Giuseppe Pontiggia, di Umberto Eco, come in quella di Spinoza, o nella torre di libri Montaigne, dove anche le scaffalature sono segnate da sentenze in greco e latino. Apriamo le elegantissime scatole nere zeppe di edizioni rare di Ian Fleming l’autore di 007. Massimo Gatta ci invita a diffidare delle biblioteche “star” inquadrate in televisione alle spalle dei personaggi pubblici intervistati, perché non sono libri letti ma scelti in blocco per arredare.
Gianpiero Mughini ritorna sui suoi passi, e se considerava un sacrilegio accatastare libri per terra, negli ultimi due anni si è convertito con soddisfazione alle pile di libri “che fanno un figurone” in un angolo strategico della sua biblioteca.
Le librerie sono dunque cose vive, sembrano godere di una energia intrinseca, di una forza vitale. Scrive Luigi Mascheroni nella bella prefazione al volume:“Se il Dio dei libri esiste, me lo immagino come il Bibliotecario dipinto dall’Arcimboldi,
Perché si possono leggere libri nel disordine caotico anche senza sfogliarli, “semplicemente sfiorandoli con i polpastrelli” (Umberto Eco). Il disordine, il caos cartaceo puo’ rivelarsi come lo specchio infinito dell’Universo. Il saggio di Massimo Gatta, è in fondo costruito quasi come una biblioteca, con le pagine fitte di note a piè di pagina che rimandano a volumi, suggestioni, riferimenti in un vortice inebriante di citazioni, titoli che spingono il lettore a conoscere e scoprire tanto di più, proprio come accade curiosando tra gli scaffali di una fornitissima libreria.
Massimo Gatta è bibliotecario dell’Università degli Studi del Molise. Studioso di editoria del Novecento, tipografia privata, bibliografia. Ha collaborato al supplemento domenicale de «Il Sole 24 Ore»,s scrive per numerosi periodicidi settore e per l’editore Palladino di Campobasso ha diretto la Collana “DAT – Documenti d’Arte Tipografica”. È inoltre direttore editoriale della casa editrice Biblohaus di Macerata, specializzata in bibliografia e bibliofilia. per l’editore Palladino di Campobasso ha diretto la Collana “DAT – Documenti d’Arte Tipografica”. Con Graphe. it ha pubblicato “Breve storia del Segnalibro”.