L’Unione europea dedicherà a Sophie Scholl un edificio del Parlamento europeo a Bruxelles, rendendo omaggio al sacrificio della giovane studentessa tedesca, giustiziata il 22 febbraio 1943 con il fratello Hans e Christoph Probst. Falcidiati qualche mese dopo anche Alexander Schmorell, Willi Graf e il loro professore di filosofia, Kurt Huber, tutti appartenenti al movimento di resistenza pacifica al Nazionalsocialismo la ‘’Weiße Rose’’(Rosa Bianca). Denunciarono gli orridi crimini consumati contro gli ebrei, la morte di trecentomila ebrei polacchi assassinati nel più bestiale dei modi dopo l’occupazione del Paese. Una incitazione a riflettere su un problema che riguardava profondamente tutti. una questione che richiamava i tedeschi alla corresponsabilità. Un affondo sull’inerte atteggiamento della popolazione responsabile e colpevole essa stessa di aver dato a ‘’questi uomini oscuri la possibilità di agire così…’’
Come possiamo aspettarci che la giustizia prevalga quando non c’è quasi nessuno disposto a dare sè stesso individualmente per una giusta causa? È una giornata di sole così bella, e devo andare, ma che importa la mia morte, se attraverso di noi migliaia di persone sono risvegliate e suscitate all’azione’’ queste le ultime parole sussurrate al limite dello stremo da Sophie Scholl prima che la gelida macchina del terrore tranciasse la sua vita, ad appena 21 anni. Nel cortile del carcere Stadelheim a Monaco, il 22 febbraio 1943, giunta al cospetto del boia Johann Reichhart, con una gamba fratturata i segni delle torture subite durante i giorni di prigionia, Sophie Scholl fu giustiziata con la ghigliottina, per alto tradimento contro il Terzo Reich e il Führer. Lo stesso giorno vennero decapitati insieme alla ragazza il fratello Hans, poco più grande e l’amico Christoph Probst. Due mesi dopo, morirono anche Alexander Schmorell, Willi Graf e il loro professore di filosofia, Kurt Huber. Un sommario processo e una sentenza emessa dal Tribunale del popolo di Monaco di Baviera, presieduto dal giudice-boia di Hitler, Roland Freiser, misero spietatamente fine all’anelito di libertà di quel gruppo di giovani studenti universitari antimilitaristi, cristiani nella diversità delle confessioni religiose, protestanti, evangelici e cattolici , animati da umanità e giustizia, appartenenti al movimento di resistenza pacifica al Nazionalsocialismo la ‘’Weiße Rose’’(Rosa Bianca), che avevano osato sfidare il regime nazista. ‘’Non c’è nulla di più indegno per un popolo civile che lasciarsi “governare”, senza alcuna opposizione, da una cricca di irresponsabili dominati dai propri istinti. Non è forse vero che ogni onesto tedesco oggi si vergogna del suo governo? … Se il popolo tedesco è già così corrotto e deteriorato nella sua più intima essenza, da rinunciare, senza alzare neppure una mano ……al bene supremo che un uomo possiede e che lo eleva al di sopra di ogni creatura, ovvero alla libera volontà; se rinuncia alla libertà dell’uomo di intervenire sul corso della storia e sottoporlo alle proprie decisioni razionali; se i tedeschi, così privi di ogni individualità, sono ormai diventati una massa tanto insulsa e vile, allora davvero meritano la rovina’ … Se ognuno aspetta che sia l’altro ad iniziare, i messaggeri dellaNemesi vendicatrice si avvicineranno sempre di più, senza limiti, e allora anche l’ultima vittima sarà stata gettata senza senso nelle fauci del demone insaziabile’’. Declamava così in alcune sue parti il testo del primo, di sei volantini clandestinamente sparsi e replicati in centinaia tra Austria e Germania nel 1942 e nelle prime settimane del 1943 che facendo appello a grandi ideali di democrazia e Libertà raccontavano l’infamia orrida dei crimini più orribili consumati in quegli anni contro gli ebrei. Veniva sottolineata una visione chiarissima dell’impossibilità di intendersi con il nazionalsocialismo sul piano spirituale, perché esso non è spirituale. Una realtà che, agli occhi di Sophie, del fratello Hans e dell’intero gruppo di giovani, offriva un’immagine completamente diversa. Già al suo primo apparire, la politica Hitleriana era indirizzata all’inganno del prossimo. Un movimento al suo sorgere già profondamente corrotto che intendeva salvarsi solo attraverso continue menzogne. ‘’E’ incredibile come si debba ingannare un popolo per poterlo governare’’. Nel secondo volantino la ‘’Weiße Rose’’ rimarcava quanto scrivesse lo stesso Adolf Hitler in una delle prime edizioni del suo libro ‘Mein Kampf’ (La mia battaglia) una sorta di autobiografia pubblicata nel 1925, di esposizione del pensiero politico-programmatico del Partito nazionalsocialista, commentato da Sophie Scholl:. il “suo” libro (un libro che è stato scritto nel peggiore tedesco che io abbia mai letto; e, ciò nonostante è stato elevato al rango della Bibbia dal popolo dei poeti e dei pensatori). Pur non pronunciandosi in difesa della questione ebraica, per loro stessa asserzione, Sophie Scholl e il gruppo della ‘Rosa Bianca’ denunciarono la morte di trecentomila ebrei polacchi assassinati nel più bestiale dei modi dopo l’occupazione del Paese. Una incitazione a riflettere su un problema che riguardava profondamente tutti i cittadini cristiani e non, una questione che richiamava i tedeschi alla corresponsabilità. Un affondo sull’inerte atteggiamento della popolazione responsabile e colpevole essa stessa di aver dato a ‘’questi uomini oscuri la possibilità di agire così; essi sopportano questo “governo” che ha assunto su di sé una colpa infinita, certo, ma, soprattutto, essi stessi sono responsabili del fatto che tale governo ha potuto avere origine!… Con infinito coraggio i giovanissimi attivisti tentarono di penetrare l’animo della gente e incitarla ad affrontare il dramma perché mai nessuno mai avrebbe potuto dirsi estraneo. ‘’Ciascuno è colpevole, colpevole, colpevole! ‘’ Perché il popolo tedesco è così inerte dinanzi a questi crimini, tanto orrendi e disumani? Quasi nessuno ci riflette. Qui noi vediamo il più orrendo delitto contro la dignità umana, un delitto che non ha confronti in tutta la storia dell’umanità. Anche gli ebrei sono uomini, qualunque sia la posizione che si vuole assumere sulla questione ebraica; e tutto questo è stato perpetrato contro degli uomini. Forse qualcuno dice che gli ebrei hanno meritato questo destino; questa affermazione sarebbe una mostruosa presunzione; ma, ammesso che qualcuno lo affermi, quale posizione assumerebbe in relazione al fatto che l’intera gioventù aristocratica polacca è stata sterminata (voglia Dio che ciò non sia ancora compiuto!)? In che modo, sono stati deportati in Germania, nei campi di concentramento per i lavori forzati, tutti i giovani tra i quindici e i venti anni, discendenti maschi di nobili casate; e in Norvegia, nei bordelli delle SS, tutte le ragazze della stessa età …..È questo il segno che i tedeschi sono abbrutiti nei loro più intimi sentimenti umani? ….. Sembra così e così certamente è se i tedeschi non usciranno finalmente da questo torpore, se non protesteranno, dovunque e ogni volta che potranno, contro questa cricca di criminali, se non parteciperanno al dolore di queste centinaia di migliaia di vittime. E dovranno provare non solo compassione per questo dolore, no, ma molto di più: corresponsabilità. Ma egli non potrà dirsi estraneo: ciascuno è colpevole, colpevole, colpevole! Dal sesto volantino del movimento della resistenza in Germania campeggia un Appello a tutti i tedeschi! sul volgere della fine sicura della guerra. Ad Est le armate retrocedevano senza sosta, ad Ovest era attesa l’invasione, mentre come nel 1918, il governo tedesco tentava di deviare tutta l’attenzione sul crescente pericolo rappresentato dai sottomarini. ‘’Con certezza matematica Hitler conduce il popolo tedesco alla rovina. Hitler non può vincere la guerra, può solo prolungarla! ‘’I sei Volantini del movimento della resistenza in Germania, decretarono la morte del minuto gruppo che aveva dato vita alla Rosa Bianca di resistenza pacifista al regime nazista, cui appartenevano oltre ai fratelli Sophie e Hans Scholl anche Alexander Schmorell, Willi Graf, tutti studenti dell’Università di Monaco e il loro professore di filosofia Kurt Huber, contro i quali si abbattè la violenza omicida della Germania nazionalsocialista.
Hans Scholl, tomba 73-1-18/19
Christoph Probst, tomba 73-1-18/19
Alexander Schmorell, tomba 76-1-26