Cosa c’è di più effimero eppure piu’ evocativo di un profumo ? Cosi’ volatile da sparire nello spazio temporale dell’ ondeggio di una gonna eppure così potente da segnalare al nostro olfatto la presenza di qualcosa o qualcuno prima di tutti gli altri sensi. Spirituale come l’incenso o la mirra, voluttuoso come il rhodinion (profumo di rosa) -di un odore o di un profumo ci si puo’ perfino innamorare. Come attestano le storie di miti e leggende legate al mondo degli aromi e dei fiori raccontati da Ovidio, o come nel famoso romanzo di Patrick Suskind, nel quale Il crudele profumiere Grénouille, nato senza odore e quindi senza anima, riusciva grazie alle sue straordinarie doti olfattive a creare fragranze tali da stregare fino alla follia tutta Parigi.
Nel bel volume di Giuseppe Squillace “Il Profumo nel Mondo Antico” edito da Leo Olschki, (€ 22) seguiamo le tracce di odori, osmai che attraversano secoli di storia e oltrepassano confini, percorrendo terre lontane come la Persia, l’India,
Incenso, mirra, nardo, rosa, zafferano, maggiorana,cardamomo, aegyption , rhodinion, e molte altre fragranze, visto il costo dei singoli ingredienti divennero appannaggio della classe più benestante di Roma “un lusso tra i più vani” conclude Plinio il Vecchio (Libro XIII – Storia Naturale, I secolo D.C.). Attraverso le pagine del volume di Giuseppe Squillace possiamo immaginare i mercati e le piazze di Roma e dell’antica Grecia, le botteghe dei profumieri che come alchimisti creavano ricette segrete di unguenti odorosi per la loro selezionata clientela. Oppure celebrare il matrimonio di Ettore e Andromaca, scivolare nelle segrete stanze di Afrodite. “Basta che un rumore, un odore, già uditi o respirati un tempo, lo siano di nuovo, nel passato e insieme nel presente, reali senza essere attuali, ideali senza essere astratti, perché subito l’essenza permanente, e solitamente nascosta delle cose sia liberata” scriveva Proust, che di potere evocativo se ne intendeva. Infinite corrispondenze, dove il passato e il presente si accavallano in una scia profumata, richiamando tutto il fascino della storia.
Giuseppe Squillace è Professore Associato di Storia Greca presso l’Università degli Studi della Calabria (Rende). Vincitore di numerose borse di studio all’estero (Alexander von Humboldt; Gerda Henkel; DAAD), ha rivolto i suoi interessi di ricerca prima verso i motivi propagandistici impiegati da Filippo II e Alessandro Magno, poi verso la medicina e la profumeria nel mondo antico. Su questi temi ha pubblicato numerosi studi tra i quali figurano Basileis o Tyrannoi. Filippo II e Alessandro Magno tra opposizione e consenso (Rubbettino 2004); Filippo il Macedone (Laterza 2009); Menecrate di Siracusa. Un medico del IV secolo a.C. tra Sicilia, Grecia e Macedonia (Georg Olms 2012); I giardini di Saffo. Profumi e aromi nella Grecia antica (Carocci 2014); Le lacrime di Mirra. Miti e luoghi del profumo nel mondo antico (Il Mulino 2015); I balsami di Afrodite. Medici, malattie e farmaci nel mondo antico (Aboca 2015); Filistione di Locri. Un medico del IV secolo a.C. tra Grecia, Magna Grecia e Sicilia (Georg Olms, Hildesheim 2017).