I congiurati alzano il pugnale. La vendetta sarà tremenda, il destino ha la carne di donne bellissime e maledette.
Firenze, domenica 26 aprile 1478. Durante una messa solenne celebrata dal cardinal Riario, i congiurati levano il pugnale su Giuliano de’ Medici, fratello del Magnifico. Per vendicarsi, Lorenzo sparge molto sangue: la città, culla del Rinascimento, per settimane vede le sue strade tinte di rosso. Perché Giuliano è morto? In fondo l’egocentrismo di Lorenzo lo aveva portato a rimanere fuori dalle decisioni importanti, secondo violino rispetto al Dominus della Signoria. Ora, mentre si accusa per quella sciagura, il Magnifico rivede i volti di coloro che hanno voluto colpire i Medici: Francesco Salviati, roso dall’invidia; Jacopo de’ Pazzi, assetato di vendetta; Antonio Maffei da Volterra e finanche Federico da Montefeltro, che un giorno lo aveva tenuto a battesimo. E se fosse stata una passione amorosa ad aver deciso la tragica sorte del fratello?
Lorenzo il Magnifico ritiene che l’amore la paura non vadano d’accorso. E tra le due, dovendo scegliere, crede sia più utile la paura. Meglio essere temuti che amati. La responsabilità del potere non fa sconti. Cosimo lo aveva detto: non tutte le groppe vengono al mondo capaci di portare carichi simili; perciò chi può farlo deve sacrificarsi per gli altri e camminare in solitudine. La fame è la migliore risorsa del falconiere: se la bestia capisce che può avere cibo dalla mano dell’uomo, allora gli si affezionerà e caccerà con lui più volentieri. Quale grado di franchezza può sopportare la carne di un uomo?
Clarice Orsini è bella ma Simonetta Vespucci è una dea in terra e condanna il cuore di Giuliano a una rincorsa senza fine. La passione di una donna tiene lontana la morte. E’ questo anche il destino di Semiramide e della sua carne ancora chiusa, che porta alla follia il desiderio di Giuliano. L’ossidiana tagliente dei suoi occhi sta insieme agli ishirini, i piccoli cubi d’avorio simili ai dadi da gioco, che la bella Samira farà danzare sopra i dubbi di Giuliano. Arriva l’ombra sulla borrana fiorita nel prato, sta per scoccare l’ora della congiura de’ Pazzi. Un vecchio libro del medico-alchimista Arnaldo da Villanova rivela la misteriosa sequenza di cifre impressa sul sigillo che turba Clarice. La fattucchiera Bellezze e il suo cappio faranno il resto: la lama che doveva tagliare la gola al Magnifico ha infierito sulla corda di quel capestro.
Un odioso tradimento si è consumato sotto l’insegna del Marzocco ma la fine non è scritta con la pece: un frate che pare uscito dalle ombre condurrà Lorenzo a trovare il figlio che Giuliano ha avuto da Fioretta. Il sangue dei Medici continuerà a scorrere, stavolta per la vita.
Barbara Frale ancora una volta cattura il lettore con un romanzo imperdibile.