Home In Evidenza San Martino, il bello e il buono si fondono in un bicchiere

San Martino, il bello e il buono si fondono in un bicchiere

Francesca Ripoldi

Parliamo diVino 🍷-

di Francesca Ripoldi 

A Teolo (PD), vista colli, una piccola fattoria dove il vino diventa anche aggregazione sociale

Fattoria il Brolo è un luogo che vuole connettersi non solo alla terra, ma anche alla comunità. Produce circa 15.000 bottiglie all’anno e le sue vigne sono attorniate da gelsi, i quali diventano protagonisti, con diverse sfumature, di tutte le etichette delle bottiglie. L’impressione che ho avuto è che in qualche modo la gelsobachicoltura sia la loro origine, il fattore scatenante da non dimenticare. L’azienda agricola, nata nel 2015, grazie alla società cooperativa Idee Verdi, è situata all’interno di una tenuta più ampia a Teolo (PD), ai piedi dei colli euganei. Le cascine presenti sono state in parte ristrutturate ed è stato creato così anche uno spazio dedicato alla didattica, le cui attività danno ai ragazzi la possibilità di entrare in contatto con la natura, con l’obiettivo di offrire i mezzi per conoscerla, rispettarla e, perché no, magari amarla. La collaborazione delle scuole del territorio ha dato, solo nel 2023, la possibilità a quasi ottomila bambini di prendere parte ai laboratori offerti.

Dall’euforia con cui Alberto, Riccardo e Ezio raccontano di questo progetto, si percepisce quanto credano nel futuro di questa realtà e quanto incarnino l’impegno e la forza dei giovani che cercano, con difficoltà, di diventare manager dei loro sogni.
Quando è nata l’azienda agricola, erano già presenti i vitigni tradizionali, mentre, con il tempo, sono arrivati i vitigni Piwi che ben si sposano con il desiderio di dedicarsi ad una coltura sostenibile. I vigneti del Brolo hanno ottenuto la certificazione biologica nel 2020. Le uve delle specie tradizionali vengono utilizzate per produrre vini rifermentati in bottiglia. Troviamo quindi la serie Bollicine di Seta, caratterizzata da uve di Moscato giallo, Glera e Raboso veronese, tutti vinificati in purezza. A partire dai vitigni resistenti, nascono, invece, Re baco, A more, Dama selvaggia e il Cavaliere della seta. Blend rispettivamente di Sauvignon Kretos, Fleurtai i primi due e Merlot Khantus e Sauvignon Kretos in purezza gli ultimi due.
C’è tanta voglia di crescere e di sperimentare. Attualmente il Brolo si appoggia ad una cantina esterna, in quanto non si riesce a svolgere il processo di vinificazione internamente, ma il potenziale atteso è di cento diecimila bottiglie l’anno e un giorno, dice Ezio, spera di veder crescere il Brolo con una cantina tutta sua.
La vendemmia dell’uva che viene portata in vinificazione è eseguita manualmente e, essendo una fattoria sociale, questo diventa un momento per coinvolgere anche persone che vivono una situazione svantaggiata.

Il rifermentato di Raboso veronese è un rosè, è caratterizzato da una bollicina molto molto leggera ottenuta grazie alla rifermentazione. In bocca risulta poco persistente e solletica il palato. Il tannino si attenua, il sapore si addolcisce, e prevalgono le note fruttate. Il colore è rosato, ricorda quello di un pompelmo rosa molto maturo.

Io ho avuto la possibilità di goderne sui prati del Brolo, seduta su una di quelle panche tipiche delle sagre, e di sottofondo c’era un concerto di musica con delle leggere note folk. A pochi passi abbrustolivano castagne, per festeggiare San Martino.
Il vino è anche questo. La capacità di creare una bella storia, per esaltare ciò che hai deciso di regalarti con un buon bicchiere.

 

Sono Francesca Ripoldi, e ho una passione per le storie e l’enogastronomia. Non inizierei diversamente questa presentazione perchè è esattamente quello che mi ha portata a scrivere . L’idea è quella di parlare di vino non come farebbe una sommelier, soprattutto perchè io non sono una sommelier, ma anche perchè sono sicura che il mercato sia già più che inflazionato sull’argomento. Ciò che cerco di fare è  raccontare quello che c’è dietro a questo prodotto impareggiabile, mai uguale, capace di scandire momenti belli e momenti brutti.
Scegliero’ produttori medio piccoli, perchè statisticamente più connessi al loro territorio e al loro prodotto,  per assaggiare il loro vino e chiacchierare, ascoltando come siano giunti fino a lì.
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