Home In Evidenza Protesta contro il decreto Concorrenza: sospensione immediata richiesta dalle strutture sanitarie private

Protesta contro il decreto Concorrenza: sospensione immediata richiesta dalle strutture sanitarie private

Redazione

La presidente Uap Giorlandino: «Non favorire interessi di parte»

Domani 25 settembre mille delegati manifesteranno all’Esquilino e sotto al Ministero.

400 Mila : il numero di dipendenti che potrebbero rischiare di perdere il posto di lavoro ai sensi del decreto Concorrenza.

Oltre 1000 delegati saranno presenti  domani fin sotto il Ministero della Salute per chiedere al governo chiarezza sulle norme e il rispetto della legalità nelle procedure. A cominciare dalla definitiva sospensione del decreto Concorrenza, che minaccia  il futuro di ambulatori, poliambulatori e ospedalità privata, perché «ancora si sta discutendo sui tagli da apportare al Nomenclatore tariffario e ai Lea, che lo scorso anno dovevano subire un taglio dell’80%, procrastinato al 2025». L’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata (Uap) chiede invece che il decreto Concorrenza «sia definitivamente sospeso, in quanto inapplicabile alle strutture sanitarie, vere e proprie strutture private non demaniali, con oltre 400.000 dipendenti, che non possono rischiare di far perdere il posto di lavoro ai tanti dipendenti e che non si ceda a pressioni di lobby e multinazionali. Anche perché i temuti tagli, oltre alle aziende private, penalizzerebbero soprattutto gli ospedali pubblici delle Regioni in piano di rientro; come il Lazio e il Sud. E, infatti, sempre domani alle 18 è stata organizzata anche una tavola rotonda presso il Vicariato di Roma, per avvertire sugli effetti dell’autonomia differenziata: «Le Regioni in Piano di rientro come la nostra – dice il presidente dell’Aiop Lazio, Maurizio Pigozzi – potrebbero correre il rischio di vedere il percorso di rientro diventare ancora più in salita».

Mentre a livello nazionale l’Uap chiede che vengano mantenuti gli attuali Lea e l’attuale Nomenclatore Tariffario con l’indicizzazione del 75% di anno in anno come tutti gli altri fornitori. Proprio perché le tariffe vigenti sono ferme dal 1991 – ricorda l’Uap – mentre il governo ha destinato negli ultimi 3 anni oltre 120 milioni di euro alle farmacie per l’esecuzione di screening in nessun caso si assume la responsabilità civile e penale in caso di errore diagnostico, prive quindi di requisiti e di appropriatezza diagnostica che solo il personale medico può garantire. Contro queste disparità di trattamento la presidente dell’Uap, Maria Stella  Giorlandino, ha dichiarato:

Da una parte si offre denaro alle farmacie, dall’altra si sta tagliando fuori la responsabilità di fondi nella sanità, a danno degli ospedali pubblici e delle strutture private, che, ultimi in coda, hanno messo in atto progetti seri per l’abbattimento delle liste di attesa». Per questi motivi domani più di mille delegati (in rappresentanza di 7.000 realtà sanitarie italiane) si recheranno al Teatro  Brancaccio dove sarà presentata la conferenza stampa per spiegare le motivazioni della protesta. L’augurio della  presidente dell’Uap è che i mille delegati trovino finalmente un governo aperto al confronto per accogliere le istanze di ogni categoria affinché il diritto alla salute dei nostri cittadini sia tutelato.

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