Home In Evidenza Museo Nazionale Romano, quattro sedi, un’unica grande storia di cultura: Palazzo Massimo

Museo Nazionale Romano, quattro sedi, un’unica grande storia di cultura: Palazzo Massimo

Simona Maceroni

Dopo le Terme di Diocleziano (qui), la CryptaBalbi (qui) e Palazzo Altemps (qui), giungiamo alla fine del nostro affascinante viaggio nella millenaria storia di Roma in quello che possiamo definire un vero e proprio gioiello nel cuore della città.

Palazzo Massimo alle Terme si trova, infatti, nei pressi della Stazione Termini, il cui nome allude non, come si è portati a pensare, alla fine del viaggio, ma al lemma latino “thermae” con riferimento alle antiche terme di Diocleziano che si trovavano, e in parte ancora si trovano, esattamente sul sito dove oggi sorge Piazza dei Cinquecento. E proprio in questa piazza aveva sede, nel Rinascimento, la villa d’otium del cardinale Felice Peretti, il futuro papa Sisto V, come ricordato dal nome della via di accesso, via di Villa Peretti: la più grande villa della città, che si estendeva per circa sei chilometri fra i colli Viminale, Quirinale ed Esquilino.

Detta anche villa Montalto dal nome del borgo marchigiano di provenienza della famiglia Peretti, comprendeva una vigna, un estesissimo giardino dove il papa si ritirava a meditare, il palazzo situato pressappoco dove oggi si trova palazzo Massimo, noto come “palazzo di Sisto V alle Terme” e un altro edificio che sorgeva all’angolo delle moderne via Cavour e via Farini, noto come “casino Felice” ai quali lavorarono artisti di fama come Domenico Fontana, Cesare Baglioni, Antonio Viviani.

Villa Celimontana, Roma, portale di riuso da Villa Peretti

La villa conteneva numerosissime opere d’arte e magnifiche fontane, purtroppo andate disperse nelle more di contese dinastiche, fra le quali abbiamo contezza solo della cosiddetta Fontana del Prigione, di Domenico Fontana, attualmente posizionata nei pressi di San Pietro in Montorio e del portale d’entrata principale della villa, che oggi serve da portale per Villa Celimontana in via della Navicella. Nel 1789 villa Peretti fu acquistata dal marchese Francesco Camillo Massimo e, circa un secolo dopo, un suo discendente, il padre gesuita Massimiliano Massimo, vi fece edificare il palazzo attuale, ispirato ai grandiosi palazzi cinquecenteschi, al fine di ospitarvi la nuova sede del Collegio dei Gesuiti, sfrattato dalla sede originaria al Collegio Romano, per far posto al primo liceo ginnasio dell’Italia Unita, l’Ennio Quirino Visconti. Negli anni 60 il collegio è stato traferito nella nuova sede dell’EUR, prendendo il nome di Liceo Massimo. e il Palazzo acquistato nel 1981 dallo Stato per farne una delle nuove sedi del Museo Nazionale, la cui ricchissima collezione comprende affreschi, stucchi e mosaici strappati, opus sectile, statuaria e ritrattistica provenienti dagli scavi effettuati a Roma e nel territorio circostante a partire dal 1870, per i lavori di adeguamento urbanistico della città al suo nuovo ruolo di capitale, oltre agli ornamenti delle navi di Nemi e alla ricca collezione numismatica appartenuta a Vittorio Emanuele II.

Discobolo Lancellotti, Palazzo Massimo

Una visita al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme permette di fare un meraviglioso viaggio nella storia classica, a partire dalla nutrita collezione di ritrattistica e statuaria, fra cui si segnalano in maniera assolutamente non esaustiva, le più famose opere come la Niobe, l’Augusto togato o di via Labicana, il discobolo Lancellotti e poi le statue in bronzo, fra cui spicca il sublime Pugilatore seduto, testimonianza unica, nella quale i segni di lesioni sul corpo e sul volto sono resi con un verismo assoluto per mezzo del rame rosso, mettendo in risalto le ferite da cui cadono piccole gocce di sangue sul corpo.

Pugilatore seduto, Palazzo Massimo, Roma

Salendo ai piani superiori si è trasportati, come in una macchina del tempo, in tre ville romane di ognuna delle quali sono stati ricostruiti gli ambienti principali con gli affreschi e i mosaici strappati dai siti originari a scopo conservativo. All’improvviso ci si ritrova immersi nel lussureggiante giardino dipinto con la tecnica cosiddetta compendiaria, cioè riassuntiva, che decorava la sala da pranzo ipogea della villa di Livia a Prima Porta o negli ambienti finemente decorati in stile tardo imperiale della sontuosa villa Farnesina, appartenuta a Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto, riportata alla luce nel 1879, sotto la successiva Villa Farnesina del Peruzzi del XVI sec. e per questo ricoperta dopo l’esplorazione archeologica.

Affresco viridarium dalla Villa di Livia a Prima Porta, particolare, Palazzo Massimo, Roma

Infine la cosiddetta domus di Termini venuta alla luce nel 1861, durante gli scavi per la costruzione della Stazione, le cui ricche decorazioni murarie testimoniano l’evoluzione degli stili pittorici nella piena età imperiale così come quelle musive, conservate nell’antiquarium delle vicine terme di Diocleziano, ci mostrano l’evoluzione nella tecnica del mosaico.

Ultimo, ma non ultimo, il Colombario di Villa Pamphili, il grande edificio sepolcrale del I secolo d.C., lungo le cui pareti le scene di paesaggio si alternano ai loculi per le urne cinerarie e alle iscrizioni con i nomi dei defunti.

Un luogo magico, una piccola “Pompei” nel centro di Roma, misconociuto ai più, da non perdere per riempirsi gli occhi e la mente della grande bellezza che questa inesauribile città ci regala continuamente.

INFO

Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme,

Largo di Villa Peretti 2, Roma

Dal martedì alla domenica 11.00 – 18.00

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