Home IL punto di vista I BENI CULTURALI CHE VOGLIAMO

« È intorno ad un progetto etico che si può ridefinire il ruolo dei beni culturali all’interno dei territori. Soprattutto nel Sud questa consapevolezza deve portare ad un nuovo modo di confrontarsi con la storia e con quel patrimonio che resta, comunque, radicamento di un popolo e di una civiltà ».Il punto di vista di Pierfranco Bruni, gia’ direttore archeologo e coordinatore dipartimento del Ministero per l’antropologia.

Se si pensa di focalizzare l’attenzione solo su una struttura, pur avviando un processo in sintonia con tutta una realtà territoriale, non considerando le diverse tappe che hanno formato una civiltà all’interno di una comunità, credo che sia ormai un dato errato.

I percorsi normanni, svevi, barocchi e così via non si reggono storicamente e strutturalmente isolati da un contesto e da una temperie che vivono sul territorio. Bisogna operare in una visione di omogeneità. È intorno ad un progetto etico che si può ridefinire il ruolo dei beni culturali all’interno dei territori. Soprattutto nel Sud questa consapevolezza deve portare ad un nuovo modo di confrontarsi con la storia e con quel patrimonio che resta, comunque, radicamento di un popolo e di una civiltà. Nelle aree meridionali i beni culturali sono una risorsa e una vocazione. Sono quella ricchezza che si integra con i paesaggi (anch’essi beni culturali: mare e montagna), con la natura, con la geografia del territorio stesso.

Nel Sud non solo “le parole sono pietre” per dirla con Carlo Levi. Ma le pietre sono storia. Meno effimero, dunque, come si diceva una volta, e più concretezza. Ma sui progetti bisogna lavorarci con serenità, con capacità manageriale, con forti intuizioni non disconoscendo mai la geografia e la storia dei territori.

I territori sono i veri depositari dei testamenti delle epoche e delle civiltà. Focalizzare una tale questione significa, tra l’altro, definire un’idea portante di cultura all’interno di ciò che è stato un vissuto e che dovrà essere futuro attraverso gli strumenti dell’organizzazione, della progettualità, dei saperi. La comparazione tra archeologia ed etno – antropologia è fondamentale: si tratta di un solo esempio.

I beni culturali sono reale prospettiva all’interno di quattro presupposti principali: liberalizzazione nella gestione dei musei, attenzione fondamentale al bene culturale non solo come dato di ricerca ma come elemento valorizzante di un territorio, maggiore dialogo tra cultura e politiche di investimento, interazione tra i vari campi degli studi.

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