Home In Evidenza ART CITY Bologna. Dal 7 maggio la mostra “Perché lo faccio perché”. La vita poetica di Giulia Niccolai

ART CITY Bologna. Dal 7 maggio la mostra “Perché lo faccio perché”. La vita poetica di Giulia Niccolai

Redazione

Dal 7 al 15 maggio 2022  presso il Padiglione de l’Esprit Nouveau a Bologna (Piazza della Costituzione 11) la mostra 
Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai
A cura di Allison Grimaldi Donahue e Caterina Molteni.

La mostra Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai, a cura di Allison Donahue Grimaldi e Caterina Molteni, è allestita presso il Padiglione de l’Esprit Nouveau a Bologna (Piazza della Costituzione 11) dal 7 al 15 maggio 2022 maggio, come Main Project della decima edizione di ART CITY Bologna.
Il progetto racconta la storia artistica della poetessa, traduttrice e artista Giulia Niccolai (1934-2021) ripercorrendo le tappe salienti della sua vita professionale tramite documenti, fotografie, testi, registrazioni e opere provenienti dall’archivio Maurizio Spatola, dalla Fondazione Echaurren-Salaris, dalla Biblioteca Italiana delle Donne di Bologna e da archivi privati.

Già fotografa negli anni Cinquanta, Niccolai 
si afferma come poetessa concreta, visiva e sonora tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Ottanta, partecipando in modo attivo a esperienze chiave del rinnovamento del linguaggio poetico del tempo, come il Gruppo 63, la rivista “TAM TAM” di cui è co-direttrice insieme ad Adriano Spatola, la casa editrice Geiger e il Dolce Stil Suono, prendendo parte a diverse mostre e manifestazioni tra cui Materializzazione del linguaggio, 1978, a cura di Mirella Bentivoglio, in occasione della XXXVIII Biennale di Venezia.
La sua ricerca poetica, visiva e sonora di quegli anni si distingue per un particolare utilizzo del non sense, innescato da sperimentazioni di concretismo morfologico che ironicamente aprivano il linguaggio a nuovi nessi semantici e soluzioni verbo-visive.

Il concretismo lessicale era spesso associato all’impiego di oggetti semplici assemblati sotto forma di collage insieme a brevi formule lessicali. I giochi linguistici diventavano così strumenti per riabilitare

oggetti e attività considerate femminili – rocchetti da cucito, il ricamo, la macchina da scrivere, bottoni, spilli – trasformandoli in veri e propri ‘poemi’.
Traduttrice e intermediaria per numerosi poeti e poetesse straniere, oltreché redattrice in riviste di settore, Niccolai si è distinta per una posizione partecipante ma spesso tenuta ai margini della storia ufficiale, diventando una figura essenziale ma non adeguatamente riconosciuta nei circuiti di arte e poesia.
Photocover: Giulia Niccolai presso Galleria dell’Oca, Roma 1979 | Foto Andrea Mantovani | Collezione Mara Cini

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