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Alla scoperta dei castelli della Loira: Amboise

Redazione

Iniziamo il nostro viaggio virtuale dal Castello di Amboise, dove visse e fu sepolto Leonardo da Vinci. Leonardo, invitato in Francia da Francesco I, quando oramai aveva sessantaquattro anni,dopo la morte del suo protettore Giuliano Medici, alloggiò nel maniero con un ricco stipendio, dedicando gli ultimi anni della sua vita al disegno e all’insegnamento, in particolare nel settore dei canali, dell’urbanistica e dell’architettura. Amico intimo del re, ideò per lui diversi giochi spettacolari, fra cui la famosa Festa del Paradiso con un ingegnoso macchinario che permetteva di evocare la corsa degli astri.

Il grande maestro, che aveva portato con sé alcuni suoi dipinti, fra cui la celebratissima Gioconda, regolarmente acquistata da Francesco I, morì ad Amboise il 2 maggio 1519 ed oggi è sepolto nella cappella di Sant’Uberto.

Castello di Amboise

Il castello nasce come feudo dei signori di Blois in una posizione strategica, al centro di una piana sulle rive della Loira, importante sito sin dalla preistoria. Espropriato da Carlo VII che vi soggiornò di tanto in tanto, fu Luigi XI ad intraprendere grandi lavori per migliorarne le fortificazioni e costruire alloggi adeguati ad ospitare la corte. Qui nacque il figlio e futuro re Carlo VIII, che, salito al trono, si dedicò con passione la ricostruzione degli alloggi e delle difese, riportando dalle sfortunate e costose Campagne d’Italia, il gusto di un nuovo stile, oltre a numerose opere d’arte e maestranze specializzate. Sotto il regno del suo successore Francesco I la corte, che ai tempi era ambulante, vi si stabilirà spesso.

Rimaneggiato più volte nel corso dei secoli, della costruzione originaria rimangono la cinta muraria, le due grandi torri di Minimes e di Hurtault e la facciata con i balconi dalle griglie di ferro da cui furono appesi gli Ugonotti sediziosi. Sulla terrazza si trovavano i cosiddetti giardini del Pacello, dal nome dell’architetto italiano Catello Mazzarotta conosciuto come Pacello da Mercogliano, il “giardiniere del re”, trasferitosi in Francia al seguito di Carlo VIII, che era rimasto colpito dai suoi lavori per il re di Napoli. Dei meravigliosi giardini oggi rimane come unicoricordo dell’epoca di Luigi XII una porta con porcospino, emblema del re.

 

A partire da Enrico III, i soggiorni reali al castello furono sempre più rari tanto da essere trasformato in una prigione per personaggi illustri e, dopo diversi passaggi di proprietà, nel 1792, durante la Rivoluzione francese, venne espropriato ed in parte distrutto. Nel 1873 il castello tornò alla famiglia Orléans, che lo trasformò in una casa per anziani fino al 1974 quando Enrico d’Orléans lo donò alla Fondazione Saint-Louis, che ne è l’attuale proprietaria.

Prossima tappa: Chenonceau, il castello delle Dame

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