Anfiteatro Castrense -esterno
Quante volte, percorrendo il tratto di tangenziale verso San Giovanni ci siamo distrattamente imbattuti in una curiosa costruzione semicircolare che spunta fuori dalle antiche mura Aureliane? Ebbene si tratta nientemeno che del secondo anfiteatro conservato a Roma, dopo il ben più noto Anfiteatro Flavio o Colosseo: il cosiddetto Anfiteatro Castrense, da castrum, nella sua accezione tarda di dimora imperiale.
Anfiteatro Castrense, Etienne Duperac
L’anfiteatro faceva infatti parte del palazzo Sessoriano, o Sessorium, la cui etimologia si fa risalire al verbo sedeo, quindi luogo di soggiorno o riunioni, considerato l’ultima sede imperiale a Roma. Ci troviamo nella zona compresa fra il Laterano e Porta Maggiore, che faceva parte della regio Esquiliae, il quartiere più popoloso della città, una sorta di sobborgo abitato fin dall’età arcaica ed incluso da Servio Tullio nelle quattro tribù territoriali.
La parte occidentale, nota come Carinae, era, insieme al Palatino, la zona residenziale preferita dalla nobiltà romana fra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero, con pochissimi edifici di carattere pubblico e templi, mentre la parte orientale era occupata da una grande necropoli ed attraversata da strade e da ben otto acquedotti, che convergevano in quest’area, grazie alla sua altitudine di circa 45 mt, s.l.m., molto più della media della città. Mecenate, che vi stabilisce la sua villa suburbana, inizia il risanamento della necropoli, che porterà alla costruzione di una serie di ville e parchi che nel tempo si estenderanno fino a comprendere la parte orientale del Quirinale e l’intero Pincio.
Anfiteatro Castrense- interno
Il Palazzo Sessoriano fu edificato da Settimio Severo e terminato da Elagabalo, che ne modificò l’iniziale struttura, trasformandola in una serie di edifici collegati fra loro da un grandioso atrio e da corridoi articolati in un immenso parco in cui erano collocati, oltre alla residenza imperiale, l’anfiteatro Castrense ed un circo di notevoli dimensioni, cosiddetto Variano, dal nome della sua famiglia di appartenenza, i Varii, che aveva al centro della spina l’obelisco di Antinoo, attualmente ricollocato sul Pincio.L’anfiteatro, una costruzione di forma ellittica destinata a spettacoli di vario genere, era costruito quasi interamente in mattoni, tranne alcune parti in travertino ed era originariamente costituito da tre ordini, di cui restano solo il primo e pochissime tracce del secondo. Attualmente è adibito, nella sua parte interna, ad orto del convento di Santa Croce in Gerusalemme.
Orto di Santa Croce in Gerusalemme
Alessandro Severo aggiunge al complesso le terme destinate alla pubblica fruizione, note come Eleniane dal nome dell’imperatrice Elena che le fece restaurare dopo un incendio, come testimoniato da una iscrizione oggi ai Musei Vaticani. Alla fine del XVI secolo i loro resti furono ricoperti per consentire la costruzione della via Felice per volere di papa Sisto V, ma ci sono note dai disegni rinascimentali di Andrea Palladio e Antonio da Sangallo il Giovane e dai resti della cisterna che le alimentava, ancora visibili su via Eleniana.
Dopo che la costruzione delle mura aureliane nella seconda metà del III sec. ne riduce la dimensione, inglobando l’anfiteatro e distruggendo il circo, il Sessorium torna ad una nuova fase di splendore con Costantino, che lo rende una sorta di enorme centro polifunzionale mediante la costruzione di una basilica pubblica, destinata a funzioni di rappresentanza, di una parte privata riservata all’imperatore e di edifici destinati alla corte, i cui resti sono emersi negli anni 50 al di sotto degli edifici dell’ACEA poco distanti.
Invece l’antico atrio di accesso fu trasformato dalla fervente imperatrice Elena, madre di Costantino, in cappella palatina dedicata al culto della croce di Cristo, divenuta sin da subito meta di pellegrinaggi ed importante centro della vita religiosa, nonostante negli anni successivi al trasferimento della capitale a Bisanzio, il palazzo sia andato lentamente in rovina e la zona progressivamente abbandonata.
Inizialmente la chiesa era detta Hierusalem poiché vi erano conservate le reliquie che Elena aveva portato dal suo pellegrinaggio in Terra Santa, fra cui un frammento della croce di Cristo che darà il nome all’ attuale splendida costruzione settecentesca.
Santa Croce in Gerusalemme- portale
La prossima volta in fila al semaforo verso San Giovanni, sporgetevi dal finestrino e provate ad immaginare come poteva apparire duemila anni fa questa parte di Roma!!!!!