(Adnkronos) – Sono stati vittima di un “vile agguato, che ha stroncato le loro giovani vite e sconvolto quelle dei loro cari”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nell’informativa alla Camera sull’ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, morti nell’agguato di due giorni fa insieme all’autista Mustapha Milambo. “Ai nostri caduti dobbiamo prima di tutto la verità”, ha aggiunto subito dopo. “La mattina del 22 febbraio, tra le 10 e le 11 locali, il convoglio del Pam su cui viaggiavano l’Ambasciatore e il Carabiniere è stato attaccato da uomini dotati di armi leggere, verosimilmente presso Kibumba, a circa 25 km da Goma, nel Governatorato di Kivu Nord, mentre percorreva la strada N2 in direzione di Rutshuru”. “L’Ambasciatore – ha proseguito Di Maio ricostruendo l’accaduto – era arrivato a Goma venerdì 19 con un aereo della missione Onu Monusco. In base alle prime ricostruzioni, che devono essere sottoposte al vaglio degli inquirenti, la prima autovettura del convoglio del Pam, su cui viaggiavano le vittime, sarebbe stata oggetto di colpi di arma da fuoco”. “L’imboscata” di lunedì nella Repubblica democratica del Congo “è avvenuta in una regione dal contesto securitario assai fragile” in un Paese che “incarna alcune delle contraddizioni del continente africano, enormi ricchezze naturali, povertà e violenza”. Del convoglio “facevano parte, oltre all’Ambasciatore e al Carabiniere, anche 5 membri del Pam, tra cui il vice direttore per il Congo Rocco Leone”. Un gruppo, “formato da 6 elementi, avrebbe costretto i mezzi a fermarsi ponendo ostacoli sulla strada e sparando alcuni colpi di armi leggere in aria”. “Il Governatore del Nord-Kivu ha confermato – ha proseguito Di Maio – che i sei assalitori, dopo aver sparato colpi in aria e bloccato il convoglio, hanno ordinato ai passeggeri di scendere dai veicoli. Il rumore degli spari ha allertato i soldati delle Forze Armate congolesi e i ranger del parco Virunga che, trovandosi a meno di un chilometro di distanza, si sono diretti verso il luogo dell’evento”. “E’ stato straziante ieri sera accogliere, al fianco del presidente Draghi e dei familiari, le salme dei nostri due connazionali”, ha sottolineato Di Maio parlando di “un ritorno a casa tragico, che ci riempie di angoscia”. E rinnovando “tutta la nostra vicinanza” alle loro famiglie, il ministro ha ricordato come Iacovacci fosse stato “addestrato dai nostri migliori reparti speciali” ed “inviato proprio per proteggere il Capo Missione” e come “Vittorio, invece, una famiglia voleva formarla a breve, al termine imminente della sua missione in Congo”. “Luca era un giovane Ambasciatore sul campo, un grande conoscitore del Paese in cui operava dal 2017, un funzionario brillante e appassionato”, ha detto ancora il titolare della Farnesina. “‘Essere ambasciatore è una missione, anche se rischiosa. Ma dobbiamo dare l’esempio’, aveva detto Luca in occasione del premio Nassiria che gli era stato conferito a ottobre – ha aggiunto Di Maio – Era innamorato del suo mestiere, dell’Africa e della sua famiglia. Lascia tre splendide piccole bimbe e la moglie Zakìa, con cui condivideva anche l’impegno del volontariato”. “Ho immediatamente chiesto al PAM a Roma e alle Nazioni Unite, interessando direttamente il Segretario Generale Guterres, di fornire un rapporto dettagliato sull’attacco al convoglio del Programma Alimentare Mondiale”, ha fatto sapere il ministro ricordando che “la missione” in cui sono rimasti uccisi Attanasio e Iacovacci “si è svolta su invito delle Nazioni Unite. Quindi, anche il percorso in auto si è svolto nel quadro organizzativo predisposto dal Programma Alimentare Mondiale”. Le autorità di Kinshasa, sollecitate anche dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, dal canto loro “hanno assicurato piena collaborazione con la magistratura italiana”. Quindi Di Maio ha ricordato il colloquio telefonico avuto lunedì stesso con la ministra degli Esteri congolese e ha precisato di averle “subito sottolineato la necessità di fare piena luce sulle dinamiche e le responsabilità dell’attentato”. “La Farnesina, a livello interno, nell’ambito delle costanti attività di prevenzione e mitigazione del rischio per il personale diplomatico-consolare all’estero, classifica la Repubblica Democratica del Congo in terza fascia di rischio (su 4). Ciò denota un livello di minaccia alto”, ha dichiarato Di Maio. “La sicurezza dell’Ambasciata a Kinshasa – ha aggiunto – è assicurata da due Carabinieri in missione quadriennale, ai quali si aggiungono due carabinieri in missione di tutela che si alternano regolarmente per periodi di 180 giorni. Il Carabiniere Vittorio Iacovacci rientrava in questa seconda tipologia e per questo aveva accompagnato l’Ambasciatore nella missione Onu a Goma e aveva con sé la pistola di ordinanza”. Il Congo ha “la seconda riserva di rame al mondo, un quarto dell’oro globale, un terzo dei diamanti, l’80% di cobalto e coltan, minerali sempre più ricercati per cellulari e batterie – ha sottolineato Di Maio – Ma è uno dei fanalini di coda per indice di sviluppo umano”. E si stima siano “oltre 13 su 99 i milioni di congolesi in situazione di grave precarietà”. Nella regione orientale del Paese, ha proseguito, “si contano oltre 120 gruppi armati, proliferano autorità paramilitari e forze ribelli, che da decenni si contendono il controllo del territorio, alimentando un’economia informale di guerra che vive dello sfruttamento illegale delle risorse minerarie, di contrabbando ed estorsioni”. ”Continuare a rafforzare la nostra attenzione politica nei confronti del continente africano” è “il miglior modo di onorare la memoria” dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci uccisi lunedì nella Repubblica democratica del Congo, ha affermato ancora Di Maio che ha voluto “”ringraziare il personale della Farnesina e di tutte le altre Amministrazioni che ci sono state vicine in questo triste momento e ci hanno aiutato ad assistere i familiari e organizzare il rientro delle salme e della famiglia di Luca”. E’ necessario “investire sempre più nel nostro capitale umano e nella nostra rete all’estero”, tenendo conto della “speciale posizione geopolitica dell’Italia al centro del Mediterraneo e della tradizionale propensione italiana al dialogo con l’Africa”. E’ anche in questo modo, ha detto Di Maio, che “potremo onorare la drammatica testimonianza di Luca e Vittorio, un’eredità politica ed umana, a beneficio delle generazioni future di Europa e Africa”. Pm Roma affida incarico per esami tac e autopsia La Procura di Roma ha affidato questa mattina l’incarico per effettuare gli accertamenti radiologici e autoptici sulle salme dell’ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci ai professori dell’Università Cattolica, campus di Roma, Vincenzo L. Pascali, ordinario di Medicina legale, Cesare Colosimo, ordinario di Radiologia, Antonio Oliva, associato di Medicina di Legale. Gli accertamenti saranno eseguiti presso l’obitorio della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Ircss, a Roma e inizieranno in via preliminare con gli esami Tac sulle salme delle vittime e successivamente con l’esame autoptico.