La ricerca della perfezione, la mania del controllo, la lotta interiore di una giovane ragazza vittima di tragici disturbi alimentari.
Il testo scritto da Anna Sollinger e la regia di Danilo Celli conducono gli spettatori in un viaggio tra ricordi e riflessioni.
Chiara è una studentessa universitaria, apparentemente serena e in linea con l’immagine dei suoi coetanei. Una giovane donna delicata e con un animo estremanente sensibile che riflette un carattere generoso, dolce e artistisco.
Che cos’è la felicità? È la domanda più ricorrente che pone la fragile Chiara in questo atto unico.
La poesia, la musica, il romanticismo e la danza non bastano e tutta la speranza viene spazzata via dalla vulnerabilità, dall’ossessione verso la ricerca dela perfezione fisica.
Quel piccolo strato di carne che disturba quanto riflesso nello specchio. La nostra protagonista è intrappolata in un corpo che non le appartiene, una figura a suo dire imperfetta.
Ogni chilo in più è una sconfitta: misurare tutto per poter sperare di diventare sempre più magra.
Il controllo però inizia a controllare la nostra protagonista che inevitabilmente si ritrova più sola, chiusa in se stessa e nella ricerca ossessiva di una perfezione che si tramuta in un elevato grado di frustrazione e malcontento.
L’amore e le attenzioni di una mamma, la speranza e l’abbraccio di un papà e i tentativi fallimentari di un’amica del cuore non bastano e non riescono a condurre gli spettatori verso un finale che tutti avremmo voluto fosse diverso.
Lo spettacolo in scena al Teatro Italia è un atto d’amore, poetico e profondo dedicato alla vera Chiara e a tutte le vite spezzate dall’anoressia.
Magda Andrzejewska con rispetto, cura e introspezione si è calata nei panni di Chiara, regalando forti emozioni.