Tra conquiste e ostacoli, cosa manca per una vera equità sociale e politica e il ruolo della comunicazione relazionale nell’ecologia integrale
di Francesco Mazzarella
Ogni anno, l’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna, una ricorrenza nata per ricordare le lotte per i diritti femminili e per promuovere l’uguaglianza di genere. Ma, nel 2025, possiamo davvero dire che la parità di genere sia stata raggiunta? Se da un lato il mondo ha assistito a progressi significativi, dall’altro persistono disuguaglianze che rendono la festa non solo una celebrazione, ma anche un monito su quanto ancora resta da fare.
La parità di genere non si misura solo attraverso le leggi e i diritti acquisiti, ma anche attraverso la realtà quotidiana delle donne nel mondo del lavoro, della politica, della cultura e della vita domestica. Alcuni dati recenti mettono in evidenza che:
– Nel lavoro, il divario salariale tra uomini e donne persiste, con le donne che, a parità di mansione, guadagnano in media il 20% in meno rispetto ai colleghi uomini.
– Nella politica, la presenza femminile nei ruoli di leadership resta limitata. Sebbene alcune nazioni abbiano adottato quote di genere, la rappresentanza femminile nei parlamenti mondiali è ancora inferiore al 30%.
– Nella società, il doppio carico di lavoro grava ancora in gran parte sulle donne, che spesso devono conciliare carriera e gestione familiare.
– Nella sicurezza, la violenza di genere è ancora una piaga globale, con femminicidi e abusi in preoccupante aumento in molte parti del mondo.
Sebbene le leggi abbiano favorito il progresso, ci sono ancora numerosi ostacoli da superare:
1. Cambiamento culturale profondo: la parità non si ottiene solo con norme scritte, ma con un mutamento della mentalità collettiva. Serve un’educazione che promuova il rispetto e la collaborazione tra generi fin dall’infanzia.
2. Nuove politiche di conciliazione vita-lavoro: il miglioramento dei congedi parentali, l’accesso agevolato ai servizi per l’infanzia e la flessibilità lavorativa sono misure fondamentali per una vera equità.
3. Un nuovo modello economico inclusivo: bisogna creare opportunità lavorative che valorizzino il talento femminile e superino gli stereotipi di genere nei settori tradizionalmente maschili e femminili.
4. Maggiore protezione contro la violenza di genere: servono leggi più severe, ma anche campagne di sensibilizzazione e supporto concreto alle vittime.
Un aspetto spesso trascurato nella battaglia per la parità è il modo in cui la comunicazione può favorire un cambiamento concreto. In un’ottica di ecologia integrale, cioè un sistema di relazioni equilibrato tra le persone e l’ambiente in cui vivono, la comunicazione relazionale può avere un ruolo chiave.
1. Promuovere un dialogo autentico tra generi
Il primo passo è incentivare la comunicazione tra uomini e donne non come una contrapposizione, ma come una collaborazione. Superare i conflitti attraverso il dialogo autentico permette di costruire un terreno comune basato sul rispetto e la valorizzazione reciproca.
2. Decostruire gli stereotipi attraverso i media
I media hanno un impatto enorme sulla percezione della parità di genere. Cambiare il modo in cui vengono rappresentati uomini e donne nelle pubblicità, nei film e nei programmi televisivi può contribuire a creare modelli culturali più equilibrati.
3. Educare alla parità attraverso la comunicazione
Le scuole dovrebbero integrare l’educazione alla comunicazione relazionale nei loro programmi, insegnando ai ragazzi e alle ragazze a riconoscere le disuguaglianze e a comunicare in modo empatico e assertivo.
La Festa della Donna non è solo un giorno di celebrazione, ma un momento per riflettere su quanto sia stato fatto e su cosa ancora ci aspetta. La parità di genere non si conquista solo con leggi e politiche, ma con un cambiamento culturale profondo, che deve partire dall’educazione e dalla comunicazione. In un mondo sempre più interconnesso, la comunicazione relazionale può diventare un potente strumento per costruire una società equa, inclusiva e sostenibile.