Home Storia, Arte, Cultura Bologna, A Palazzo Albergati « la grande mostra » di ANTONIO LIGABUE.

Bologna, A Palazzo Albergati « la grande mostra » di ANTONIO LIGABUE.

Redazione

Oltre 100  i capolavori esposti, tra cui alcune straordinarie opere inedite in  una panoramica completa della produzione di un artista la cui vita e opera formano un intreccio indissolubile. La mostra è prodotta e organizzata da ARTHEMISIA in collaborazione con COMUNE DI GUALTIERI e FONDAZIONE MUSEO ANTONIO LIGABUE, ed è curata da FRANCESCO NEGRI e FRANCESCA VILLANTI.

Dal 21 SETTEMBRE, PALAZZO ALBERGATI ospita la prima grande mostra antologica a BOLOGNA dedicata a uno degli artisti più straordinari e commoventi del Novecento: ANTONIO LIGABUE.

Un rapporto speciale quello tra Arthemisia e Antonio Ligabue, nato nel 2017con una grande mostra al Complesso del Vittoriano di Roma e seguita dalle
esposizioni di Conversano e Trieste che hanno riscosso un grandissimo successo di pubblico e critica contribuendo alla divulgazione e conoscenza
dell’opera di un artista che oggi è tra i più richiesti nel panorama nazionale.

Paesaggi, fiere, scene di vita quotidiana e numerosi e intensi autoritratti: OLTRE 100 OPERE – tra oli, disegni e sculture – saranno protagoniste di un percorso espositivo unico dove, attraverso la fortissima
carica emotiva delle tele, sarà possibile conoscere la vita di un artista visionario e sfortunato ma che, da autodidatta, fu ed è tutt’oggi capace
di parlare a tutti con immediatezza e genuinità.

ANTONIO LIGABUE, con la sua vita così travagliata, escluso dal resto della sua gente, legato visceralmente al mondo naturale e animale e lontano dal
giudizio altrui, riuscì a imprimere sulla tela il suo genio creativo; un uomo, talmente folle e unico, che con la sua asprezza espressionista riesce ancora oggi a penetrare nelle anime di chi ammira le sue opere.

Una storia umana e artistica straordinaria e unica, che negli anni ha appassionato migliaia di persone, tanto da essere diventato addirittura protagonista di film e sceneggiati televisivi, sin dagli anni ’70.

Apprezzato e compreso da importanti critici e studiosi negli ultimi anni della sua esistenza, cadde poi nell’oblio dopo la sua scomparsa.
Bollato semplicisticamente come un pittore naif – una definizione che finì per sminuirne il reale valore artistico, portando a non considerarlo adeguatamente – per lungo tempo, Ligabue rimase nell’ombra, una figura di uomo nicchia conosciuta solo da pochi appassionati, ingiustamente trascurato dai grandi circuiti dell’arte. Solo negli ultimi decenni, grazie a un rinnovato
interesse da parte di critici e istituzioni, si è compreso appieno il suo valore di artista autentico e originale, pur nella sua eccentricità. Un talento spesso frainteso, che celava una poetica unica e stratificata, in
grado di restituire sulla tela tutta la sublime semplicità e drammaticità del mondo naturale.

Tuttavia, nel tentativo di rivalutarne l’opera artistica, spesso si è finito per trascurare l’aspetto umano e personale dell’uomo Ligabue.
Eppure, per comprenderne appieno la grandezza, è fondamentale considerare entrambi questi aspetti, inscindibilmente legati.

Le sue tele, caratterizzate da uno stile unico e originalissimo nel rappresentare soprattutto soggetti animali con un realismo quasi sconcertante, furono accantonate e relegate nell’ambito del mero folklore
popolare. Si perse così di vista la profondità della sua ricerca pittorica, la capacità di cogliere l’essenza più intima delle creature ritratte, trasmettendone con potenza l’istinto primordiale.

La mostra a Palazzo Albergati di Bologna racconta l’uomo e l’artista valorizzandone sia l’eccezionale talento artistico quanto la sua ricca interiorità e la sua personalità fuori dal comune.
Seguendo una ripartizione cronologica, sono narrate le diverse tappe dell’opera dell’artista a partire dal primo periodo (1927-1939), quando i colori sono ancora molto tenui e diluiti, i temi sono legati alla vita agreste e le scene con animali feroci in atteggiamenti non eccessivamente aggressivi; pochissimi gli autoritratti.
Il secondo periodo (1939-1952) è segnato dalla scoperta della materia grassa e corposa e da una rifinitura analitica di tutta la rappresentazione.
Il terzo periodo (1952-1962) è la fase più prolifica in cui il segno diventa vigoroso e continuo, al punto da stagliare nettamente l’immagine rispetto al resto della scena. È densa in quest’ultimo periodo la produzione di autoritratti, diversificati a seconda degli stati d’animo.

Una straordinaria e unica storia umana e artistica, tanto da aver appassionato negli anni migliaia di persone, diventando addirittura
protagonista di film e sceneggiati televisivi, sin dagli anni ’70.

Infatti, accanto agli OLTRE 100 CAPOLAVORI– molti dei quali inediti
assoluti quali /LINCE NELLA FORESTA/ (1957-1958), /VENTI DISEGNI A MATITA
SU CARTA DA DISEGNO/ (1961-1962) e diverse opere di grande qualità non
esposte da tantissimi anni come /CIRCO ALL’APERTO/ (1955-1956), /CASTELLI
SVIZZERI/ (1958-1959), /CROCIFISSIONE/ (1955-1956) e un rarissimo pastello
a cera, matita e china su carta /LEOPARDO E ANTILOPE E INDIGENO/
(1953-1954) – a definire la figura di Ligabue anche uno stralcio del film
“/Volevo nascondermi/” di Giorgio Diritti con la magistrale interpretazione di Elio Germano, uscito nel 2020 dopo il memorabile sceneggiato RAI di Salvatore Nocita del 1977 con Flavio Bucci.

Per la prima volta verranno anche esposti UN ALBUM COMPLETO DI DISEGNI che Ligabue ha realizzato mentre soggiornava nell’ultimo periodo della sua vita
alla locanda “La Croce Bianca” (gestita dalla famiglia della famosa “Cesarina”, l’amore platonico della sua vita), perduto per anni e da poco ritrovato, e alcune delle FIERE custodite al Museo Lazzaro Spallanzani dei
Musei Civici di Reggio Emilia, le stesse che proprio Ligabue osservò per ore all’interno del Museo, accompagnato dall’amico Sergio Negri. Fiere
che Ligabue non ebbe modo di vedere e conoscere di persona se non in queste sue visite, che studiò accuratamente per poi ritrarle nelle sue tele, oggi
per la prima volta messi a confronto.

In mostra anche un album di figurine Liebig del 1954, di recente scoperta, che Ligabue fu solito consultare e da cui prese spunto per la rappresentazione di vari animali nei suoi lavori.

ANTONIO LIGABUE. LA GRANDE MOSTRA
21 SETTEMBRE 2024 – 30 MARZO 2025
PALAZZO ALBERGATI, BOLOGNA

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
T. +39 051 030141
www.arthemisia.it[1]

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