Home Redazione Salute, Vaccaro (Censis): “Con pandemia disagio giovani acuito che adulti non vedono”

Salute, Vaccaro (Censis): “Con pandemia disagio giovani acuito che adulti non vedono”

Agenzia Adnkronos

Roma, 28 mag. (Adnkronos Salute) – “Quando, entrando nelle scuole, abbiamo chiesto ai ragazzi e alle famiglie che tipo di impatto in termini di solitudine, ansia e depressione avevano riscontrato durante la pandemia, il 60% degli adolescenti ha risposto di sentirsi solo, contro il 40% dei genitori. Non solo: dicono di soffrire di ansia e depressione il 44,6% degli under 37 e addirittura il 49,4% dei giovani tra i 18 e 25 anni, contro il 23% dei genitori. Durante la pandemia siamo stati un po’ tutti travolti, ma hanno sofferto di più i giovani. Per gli adolescenti l’emergenza sanitaria con l’inevitabile interruzione della quotidianità, della normalità, della vita che tutti noi abbiamo cercato di riempire, ha significato una sola cosa: l’acuirsi di questo isolamento che è già abbastanza problematico quando avviene in età adolescenziale e che per molti si è anche aggravato perché ci sono casi di agorafobia”. Così all’Adnkronos Salute Ketty Vaccaro, responsabile Salute e Welfare del Censis, margine della presentazione – oggi a Roma – del progetto ‘Mi vedete?’, promosso nelle scuole da Lundbeck Italia in collaborazione con Your Business Partner, con l’obiettivo di ascoltare gli adolescenti e rispondere ai loro bisogni inespressi.”Nel post pandemia le percentuali di ragazzi che dichiarano di vivere situazioni di disagio, di non avere più voglia di uscire di casa, di sentirsi soli e più fragili oscillano tra il 44,6% e il 49%. Quindi un impatto di più lungo periodo che secondo me definisce una sorta di vulnerabilità nascosta, frutto della pandemia, ma che continua, che si trascina. E questa è un’altra cosa che noi adulti non capiamo”, sottolinea Vaccaro. Ma “quello che colpisce e che emerge dal progetto Mi vedete? è la sottovalutazione”, la discrepanza “tra i problemi che i ragazzi dicono di avere e quello che i genitori e gli insegnanti percepiscono. Nessuno riesce a cogliere le difficoltà specifiche degli adolescenti. E poi l’altra cosa che emerge è lo scaricabarile. I ragazzi dicono che la causa del loro disagio è la famiglia, gli insegnanti sostengono che è colpa della famiglia, i genitori della scuola. Noi accudiamo molto i nostri figli, ma ci parliamo molto di meno di quello che dovremmo”.Capitolo a parte, per Vaccaro, sono i bambini che in piena emergenza sanitaria erano agli inizi della scuola elementare. “Noi non sappiamo ancora nulla di loro. Loro, a differenza dell’adolescente, non riescono a esprimere un disagio. Fra qualche anno lo scopriremo”, conclude.

You may also like