Dopo le Terme di Diocleziano (qui), Palazzo Altemps (qui), proseguiamo la nostra visita virtuale alla scoperta delle sedi diffuse del prestigioso Museo Nazionale Romano, spostandoci alla Crypta Balbi.
Dal 2000 una delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano si trova nella cosiddetta Crypta Balbi e racconta, attraverso le tracce delle strutture, degli edifici e dei monumenti custoditi al suo interno, la stratigrafia che ha caratterizzato l’area nel corso di oltre duemila anni di storia.
Dopo la caduta dell’Impero, in quest’area nasce una nuova città fatta di strade, fortificazioni, monasteri, chiese e officine, il cui ricordo si conserva ancora oggi nei nomi delle strade e delle piazze della zona: via dei Funari, via dei Baullari, via dei Balestrari, via dei Fornari.
anfore
I reperti provenienti dal grande scavo archeologico urbano, iniziato negli anni 60 del 900, oltre che da altri siti della città, ci raccontano la vita quotidiana di questi luoghi, ripercorrendo le affascinanti trasformazioni del paesaggio urbano attraverso i cambiamenti sociali e culturali di Roma e dei suoi abitanti, tra il V e il IX secolo d.C.
La storia dell’isolato compreso tra via delle Botteghe Oscure, via Caetani, Via dei Delfini e via dei Polacchi, un vero e proprio palinsesto storico archeologico, si dipana senza soluzione di continuità a partire dai sotterranei resti del portico del Teatro di Balbo e della Porticus MinuciaFrumentaria, il grande quadriportico destinato alle distribuzioni gratuite di grano ai cittadini, risalendo attraverso i complessi fortificati e le abitazioni altomedievali e medievali dei mercanti, fino a riemergere nell’età moderna, con il dormitorio seicentesco del monastero di Santa Caterina, dove sono state ricavate le sale espositive del museo.
Il museo prende nome dall’ angusto cortile, la crypta appunto, annessa al prezioso e raffinatoteatro di Balbo, costruito nel 13 a.C. da Lucio Cornelio Balbo, dove gli spettatori trovavano riparo in caso di pioggia o si radunavano durante le pause degli spettacoli. Nel corso dei secoli il complesso ha conosciuto una continua e inesorabile trasformazione, passando dallosplendore del monumento imperiale all’incuria e all’abbandono tardoantichi, testimoniati dalle sorti dell’esedra che si apriva sul lato opposto al teatro, utilizzata a partire dall’età adrianea come latrina del teatro, ben visibile in situ. L’esedra ha avuto molteplici destinazioni d’uso nel corso dei secoli: occupata nel VI sec. da una serie di sepolture, nel secolo successivo fu usata come scarico di materiali di scarto prodotti da una vicina officina, il cui eccezionale ritrovamento costituito da più di ottocento pezzi, conferma il ruolo che Roma continuò ad avere nella produzione di oggetti di lusso ancora nel VI-VII secolo. Divenne successivamente sede di una calcara, impiegata per trasformare in calce i pregiati marmi lavorati, recuperati dai vicini monumenti romani e dall’esedra stessa, e di un balneum, complesso di ambienti dedicati all’igiene personale dei monaci di un vicino monastero. Il balneum, dotato di due ambienti riscaldati mediante pavimenti sospesi su pilastrini e di un forno per il riscaldamento dell’acqua,costituisce un ritrovamento unico nel suo genere, che ci permette di comprendere come la tradizione romana delle terme e della cura del corpo sia continuata, seppur variata nei modi e nelle dimensioni, fino al pieno Medioevo.
In epoca tardoantica, al muro della Crypta Balbi si addossarono le abitazioni dei nuovi mercanti con botteghe annesse prive di finestre, la cui presenza è ricordata nel nome della moderna via delle Botteghe Oscure. Al centro di quello che era il portico del teatro romano, nel IX secolo, venne costruita la chiesa di Santa Maria Domine Rose, trasformata poi nel XVI secolo nella chiesa e nel monastero dedicati a Santa Caterina di Alessandria, dove erano raccolte dalla strada e avviate alla vita monastica le “zitelle”, ovvero le figlie delle prostitute romane. Il complesso comprendeva anche lo stenditoio e la lavanderiafornita di diverse vasche per l’ammollo e il risciacquo della biancheria, visibile nell’area esterna del museo.
Il monastero è sopravvissuto fino all’età moderna, mentre le aree circostanti sono stateinteressate dagli sventramenti per l’apertura di Corso Vittorio Emanuele e di via Arenula.
Bottiglia di vetro, Crypta Balbi
L’idea del museo che racconta la storia urbana del sito, e di conseguenza quella della città, differenzia la Crypta Balbi dalle altre sedi del Museo Nazionale Romano e si dipana come un percorso didattico strutturato cronologicamente, nel quale contenuto e contenitore si amalgamano perfettamente e dove, all’illustrazione del monumento antico e delle sue fasi di trasformazione, si affianca quella delle fasi medievali a Roma, dove il Medioevo risulta generalmente schiacciato fra la monumentalità imperiale e la scenografia barocca.
Oltre alla vasta area archeologica sottostante, il percorso museale si articola su tre piani, attraverso l’esposizione di ceramiche, ornamenti personali, armi, oggetti relativi alle attività commerciali e produttive, beni di lusso, corredi funerari, integrata da ricostruzioni virtuali, immagini, supporti informatizzati, documenti e contesti pittorici e marmorei, che contribuiscono a delineare la vita economica e la circolazione monetaria a Roma nonché le sue trasformazioniurbanistiche e istituzionali, definendo sotto vari aspetti il trapasso dalla città antica a quella medievale.
Un’ occasione unica per scoprire le tracce di quel Medioevo che a Roma è stato quasi del tutto obliterato dalla ricchezza della grandiosa renovatio urbis che ha regalato alla città il suo magnifico volto rinascimentale.
La Crypta Balbi allo stato attuale comprende solo una minima parte della sede, poiché il 90% circa della superficie dell’isolato di competenza del Museo Nazionale Romano non è accessibile, a causa dello stato drammatico di degrado degli edifici e dell’impossibilità, per ragioni di sicurezza, di aprire al pubblico il percorso archeologico.
Grazie al progetto “Urbs, dalla città alla campagna romana”, finanziato dal Programma Nazionale per gli investimenti Complementari al PNRR, verrà ripristinata l’area comprendente il convento cinquecentesco voluto da Ignazio di Loyola con gli edifici circostanti, che presentano una stratigrafia che va dal 1300 a tutto il 1900, con preziose testimonianze della storia più recente del nostro Paese, di cui abbiamo il dovere di conservare la memoria, dalle vicende più tragiche della Seconda Guerra Mondiale, come il rastrellamento del 16 ottobre 1943 nel Ghetto, agli Anni di Piombo, con la scoperta del corpo di Aldo Moro il 9 maggio 1978.
INFO
Museo Nazionale Romano Crypta Balbi, via delle Botteghe Oscure, 31 Roma
Dal martedì alla domenica dalle ore 11.00 alle ore 18.00
Photocover: Crypta Balbi, esedra