Roma, 17 ott. – (Adnkronos) – Si allunga la lista di società che ricorrono al mercato per raccogliere finanziamenti all’insegna della sostenibilità, operazioni aperte a gennaio da Webuild e Snam e che hanno poi visto scendere in campo anche Enel, Fs, Credem, Fabbrica Italiana Sintetici, Cdp, Banco Bpm e A2A per una raccolta totale che a metà settembre ha già superato 7 miliardi di euro. Alcune operazioni riguardano l’emissione dei cosiddetti Green Bond (Banco Bpm, Credem, Fs, A2A) obbligazioni con cui si finanziano progetti a impatto positivo per l’ambiente. Ad esempio, le Fs hanno dichiarato che acquisteranno nuovi treni per Trenitalia e utilizzeranno queste risorse anche per investimenti sulle linee ad alta velocità.Negli altri casi si tratta di Sustainability Linked Bond, con le quali non ci si concentra su uno specifico progetto: i finanziamenti vengono utilizzati per raggiungere obiettivi di sostenibilità nell’ambito di un impegno-quadro (Framework) che è stato preso dall’emittente. Il rispetto o meno degli impegni in tema ESG – ambiente, sociale e governance – va poi a incidere sul costo del finanziamento.Questo trend rispecchia l’andamento a livello globale, come nota una recente analisi dello studio legale internazionale Linklaters secondo cui i Green Bond rimangono la categoria di obbligazioni sostenibili dominante, ma i Sustainability Linked Bond hanno visto la crescita più rapida, aumentando di dieci volte da 11 miliardi di dollari nel 2020 a 110 miliardi di dollari nel 2021 e continuando a crescere nel 2022, con 26 miliardi di dollari raccolti a livello globale nel primo trimestre e 27 miliardi di dollari nel secondo trimestre, superando il totale del primo semestre del 2021 a 42 miliardi. L’Europa domina il mercato con oltre la metà di tutte le emissioni Sustainability Linked e sta diventando così il più grande mercato obbligazionario sostenibile al mondo.In Italia ricorrono a questa forma di finanziamento soprattutto emittenti nel settore dei servizi come finanza, utilities e trasporti, mentre Webuild finora è l’unica grande impresa (Fabbrica Italiana Sintetici ha un fatturato di circa mezzo miliardo di euro) a far parte del settore manifatturiero/costruzioni. Nel mondo, i numeri sono diversi: servizi finanziari e servizi pubblici – è ancora Linklaters a dirlo – sono responsabili del 30% di tutte le emissioni Sustainability Linked, mentre i settori manifatturiero e delle costruzioni arrivano quasi al 50%, indicando come le aziende di una ampia gamma di settori utilizzino questo strumento per finanziare il loro cammino verso la transizione energetica.L’emissione obbligazionaria di Webuild è stata effettuata all’inizio del 2022 e ha segnato il debutto del gruppo in questo comparto con l’emissione di Sustainability Linked Bond per 400 milioni di euro (a fronte di una richiesta per 900 milioni). Webuild si è impegnata a ridurre del 50% entro il 2025 le emissioni di anidride carbonica generate dal gruppo ma anche derivanti dall’energia acquistata per far fronte ai consumi elettrici (Scope 1 & 2), contribuendo a due obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) fissati dalle Nazioni Unite: l’SDG 9 e il 13. Il piano d’azione, inserito nel Sustainability Linked Financing Framework di Webuild, prevede quattro linee di intervento: il principale (55%) consiste in un massiccio ricorso all’uso di energie rinnovabili.