A pochi chilometri da Roma, fra Norma e Sermoneta, nei pressi di Cisterna di Latina, si trova il giardino di Ninfa, considerato uno dei più bei giardini del mondo, un luogo unico in cui si fondono alla perfezione straordinaria vegetazione e ruderi medievali.
Quest’anno si celebrano “Cento anni di bellezza” di questo luogo delle delizie, amato da artisti e studiosi di tutto il mondo, cento anni dalla piantumazione di primi alberi avvenuta appunto nel 1920.
Andiamo allora a scoprire quello che il New York Times ha eletto come il giardino romantico più bello del mondo, incapaci di stabilire se sia più bello in primavera, in estate o in autunno perché le suggestioni che ci regala cambiano con il cambiare delle stagioni, mantenendo però intatta tutta la sua magia.
Ninfa ha origini antiche, il nome deriva infatti da un ninfeo di epoca classica, ma è nel Medioevo che conosce la sua massima espansione, quando la palude investe la via Appia e la Pedemontana diventa l’unica strada sicura per raggiungere il Sud dell’Italia rendendo obbligatorio transitare per Ninfa. A questo periodo risale la costruzione di una doppia cinta muraria, delle sue sette chiese, di 250 abitazioni private e l’impianto di numerose attività produttive.
Dall’VIII secolo il territorio è sotto la giurisdizione del Papa ma, a partire dall’XI secolo, assunto Ninfa il ruolo di città, viene amministrata da diverse famiglie nobiliari, accrescendo sempre di più la sua importanza. Nel 1159 nella chiesa di Santa Maria Maggiore vi viene incoronato papa Alessandro III, in fuga da Roma, che aspirava ad essere un Comune libero, e dalle truppe di Federico Barbarossa.
Nel 1298 Ninfa ed i territori limitrofi vengono acquistati da Pietro Caetani, nipote di Papa Bonifacio VIII, dando il via all’egemonia della famiglia nel territorio pontino che durerà per oltre sette secoli.
Nel 1381 Ninfa viene saccheggiata e completamente distrutta da Onorato Caetani, sostenitore dell’antipapa Clemente VII, avverso al ramo dei Caetani che possedevano Ninfa, nell’ambito delle controversie legate allo scisma d’Occidente.
Da questo momento la città viene abbandonata dai suoi abitanti e mai più ricostruita anche a causa della
malaria che imperversava nella pianura pontina. Nonostante l’abbandono degli abitanti, restano in funzione alcune chiese per l’officio delle zone limitrofe e le attività industriali come il mulino, la ferriera e la gualchiera per la lavorazione dei tessuti.
Alla fine dell’Ottocento, la famiglia Caetani torna nei possedimenti ormai da tempo abbandonati, dando il via alla riqualificazione del sito con la bonifica degli acquitrini, il restauro delle rovine e la creazione del giardino con la piantumazione di molte specie arboree a partire dal 1920, come appunto ricorda una targa commemorativa.
Forse non è un caso che l’artefice principale della rinascita di questo luogo magico sia stata un’inglese, Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onorato Caetani, che, ispirata dal romanticismo dei giardini ottocenteschi della sua terra d’origine, non segue schemi fissi per la progettazione, ma si lascia guidare dalla passione. Si susseguono altre donne della famiglia Caetani alla cura del giardino negli anni successivi, lasciando ognuna la propria impronta. Il risultato è la presenza di numerose specie vegetali, alcune delle quali provenienti da luoghi lontani che convivono in perfetta armonia con l’ambiente circostante, regalando al visitatore scorci e vedute sempre diversi e pieni di poesia.
All’interno del giardino di otto ettari possiamo ammirare 1300 specie di piante tra cui 19 varietà
di magnolia decidua, betulle, iris acquatici e aceri giapponesi perfettamente fusi con i resti dell’antica antropizzazione di questo luogo di incredibile bellezza.
Approfittiamo delle ultime giornate miti per godere di questa meraviglia in totale sicurezza con le aperture straordinarie e gli eventi che celebrano i “Cento anni di bellezza” del giardino di Ninfa!
giardinodininfa.eu