Home In Evidenza ROMA: UN TOUR ALLA SCOPERTA DEI PALAZZI DEL POTERE. III TAPPA: Palazzo Madama

ROMA: UN TOUR ALLA SCOPERTA DEI PALAZZI DEL POTERE. III TAPPA: Palazzo Madama

Simona Maceroni

Storia, arte e politica convivono nei palazzi del potere della Capitale: splendidi, monumentali edifici a poca distanza l’uno dall’altro che raccontano la storia politica e sociale non solo dell’Urbe  ma spesso dell’Italia intera: sono  Montecitorio, Palazzo Chigi, Palazzo Madama e il Quirinale.

Il nostro tour alla scoperta dei palazzi del potere a Roma ci riserva altre bellissime emozioni. Spostandoci di poche centinaia di metri in Campo Marzio, verso piazza Navona, dove, nel 1505, il cardinale Giovanni de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico acquisto’ l’abitazione che Sinulfo di Castell’Ottieri, il tesoriere di Sisto IV, aveva edificato tra piazza Lombarda, oggi piazza Madama e piazza Saponara, oggi di San Luigi dei Francesi, sui resti delle terme di Nerone, inglobando, secondo l’uso caratteristico dell’edilizia romana dal Medioevo in poi, preesistenze, case confinanti e rovine antiche in una nuova costruzione, primo nucleo di quella che sarebbe divenuta secoli dopo la sede del Senato italiano.

ll futuro papa Leone X, che ne affidò il restauro a Giuliano da Sangallo, volle immediatamente crearvi al piano terra una biblioteca aperta agli studiosi dove collocare l’importante raccolta di testi greci e latini del padre Lorenzo il Magnifico, ricomprata nel 1508 dai frati domenicani di San Marco a Firenze, poiché la creazione di biblioteche e soprattutto la loro apertura agli studiosi erano considerate espressione di virtù, e manifestazione della “magnificentia a cui miravano i grandi uomini. Esauritasi ben presto la spinta al rinnovamento, la storia successiva di quello che è noto come palazzo Madama è fatta soprattutto di complicate successioni patrimoniali e liti dinastiche.

A partire dal 1527, in seguito alla cacciata dei Medici da Firenze, il cardinale Ippolito si trasferì nella proprietà della famiglia a Roma, facendone di fatto la sede dei fuoriusciti fiorentini del partito filomediceo. Il palazzo deve il nome con cui tutti lo conosciamo a Margherita d’Asburgo, figlia naturale di Carlo V,che vi risiedette dopo la morte del marito Alessandro de’ Medici nel 1537 e che conquistò, in breve, la simpatia e l’affetto del popolo romano che la chiamò la “Madama d’Austria. Dall’ottobre del 1589 la residenza fu data in affitto al cardinale Francesco Maria Del Monte, protetto dei Medici, grande appassionato e collezionista d’arte, protettore a sua volta, fra gli altri, di Galileo, e che può essere a ragione considerato il pigmalione di Caravaggio, che per un periodo visse con lui nel palazzo e che qui dipinse “i musici.

I Medici, tornati in possesso della loro più antica residenza romana alla morte del cardinale Del Monte nel 1626, commissionarono subito un progetto di ristrutturazione dell’edificio poiché in quel tempo il palazzo di famiglia costituiva un vero e proprio biglietto da visita per rappresentare la propria dinastia presso la Santa Sede in quanto l’etichetta imponeva di abitare in una residenza degna del proprio rango, di mantenere una corte di rispetto e di promuovere occasioni sociali di intrattenimento.

L’incarico venne affidato all’architetto Paolo Marucelli che affiancò all’iniziale progetto di una ristrutturazione funzionale e di ammodernamento degli spazi interni e della facciata, quello molto più ambizioso della costituzione un’“isola” medicea nel cuore della città, come già ipotizzato all’inizio del Cinquecento da Leone X, destinata però ancora una volta a restare irrealizzata.

Palazzo Madama, Roma

Venne invece ammodernata la facciata così come è arrivata fino a noi, in una elegante partitura rinascimentale con il portone centrato e sovrastato dal balcone delle benedizioni e la creazione di tre ordini di nove finestre ciascuno, più il mezzanino, nelle cui cornici ancora oggi possiamo ammirare l’alternanza di volti femminili, teste di Ercole e stemma della famiglia Medici, che, insieme alla pelle di leone spianata sopra il portale d’ingresso e al fregio con leoni tra putti e panoplie dell’attico, sottolineano il tema dominante dell’eroe exemplum virtutis. Gli interni, sotto la direzione di Romano Monanni, si arricchirono di soffitti lignei riccamente decorati e di fregi nello stile delle grottesche.

Dal 1673 al 1686 palazzo Madama fu sede di un’accademia di artisti a Roma, voluta da Cosimo III sull’esempio di quella francese, successivamente chiusa in occasione della nomina cardinalizia di Francesco Maria, anche se artisti fiorentini godettero ancora in seguito del privilegio di abitarvi. I Medici non usarono più il palazzo fino al 1725, quado vi abitò Violante di Baviera, cognata di Gian Gastone de’ Medici, ultimo esponente della famiglia, che lo riportò ad un periodo di splendore, teatro di balli e feste e sede dell’Arcadia e dell’Accademia dei Quirini, fino al 1743 anno in cui, dopo l’estinzione della dinastia medicea, Francesco Stefano duca di Lorena e nuovo gran-duca di Toscana, prendeva possesso dell’edificio determinando l’inizio di una nuova fase di palazzo Madama. Infatti, nel 1755 fu acquistato da Papa Benedetto XIV, divenendo palazzo pubblico dello Stato Pontificio con la creazione di un secondo cortile e la sistemazione della piazza antistante la facciata. Negli anni successivi è stato la sede degli uffici del tribunale e della polizia da cui deriva il termine dialettale la madama”, usato a Roma per definire le forze dell’ordine.

Palazzo Madama, Roma

Nel febbraio del 1871 palazzo Madama venne scelto come sede del Senato del Regno per cui si resero necessari importanti lavori di adattamento e, su progetto dell’ingegnere architetto Luigi Gabet, fu realizzata nel cortile l’aula senatoria dove, il 28 novembre 1871, si tenne la prima riunione e dove ancora oggi si riunisce il Senato della Repubblica italiana.

 

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