Le proposte della Confederazione al disegno di legge S. 2448. Tra i temi: superbonus, tassazione sul reddito e centri per l’ìmpiego.
«No a ripercussioni sul Superbonus che per noi resta l’unica vera iniziativa che ha rimesso in piedi l’economia reale». Questo il commento di AEPI che, in V Commissione Bilancio al Senato, ha presentato i suoi emendamenti al disegno di legge S. 2448.
«Il dl anti-frodi- spiega la Confederazione delle Associazioni Europee di Professionisti e Imprese- prevede che le comunicazioni relative a cessione del credito o sconto in fattura anche per i bonus diversi dal 110 siano preceduti da asseverazioni e visti fiscali. La richiesta è che da questo obbligo vengano esclusi gli interventi per cui dall’11 novembre- giorno di entrata in vigore del provvedimento- sia stato già presentato il titolo abilitativo. Questo per evitare un aggravio di lavoro ai tecnici e un esborso ai committenti che rischiano di dover fronteggiare costi non preventivati. Si chiede inoltre che questo obbligo sia relativo agli interventi che prevedano spese superiori ai 30/40/50mila euro. Infine, no alla possibilità che l’Agenzia delle entrate possa bloccare per 30 giorni la cessione dei crediti».
Proprio sul Superbonus, i tecnici lamentano l’impossibilità di portare a conclusione i lavori entro il 30 giugno 2022 sulle unifamiliari, termine che peraltro porterà a concentrare su questa tipologia di edificio gran parte dei lavori per i primi 6 mesi dell’anno prossimo, rallentando gli interventi sui condomini, a causa di scarsa manodopera e materie prime.
Riguardo i condomini deve essere specificato che, oltre ai lavori condominiali, fino al 31 dicembre 2023 si potranno fare anche i lavori trainati sulle singole unità che compongono l’edificio. Stesso termine deve valere per l’installazione degli impianti fotovoltaici. «Questi sono due punti che la legge di bilancio non può lasciare in sospeso» dice ancora AEPI con il presidente Mino Dinoi che poi commenta l’impatto del Superbonus. «Una misura che, finalmente, ha movimentato l’indotto e non possiamo certo permetterci uno stop. Al contrario, chiediamo alla politica di assumersi la responsabilità dei maggiori controlli. Di fronte alle difficoltà, non si può procedere con un atteggiamento restrittivo che alla fine penalizzerà soltanto i cittadini- quali beneficiari- e le aziende edili e dell’artigianato quali affidatarie degli interventi. Eventuali restrizioni non faranno altro che bloccare il sistema».
Nell’intervento in Commissione, affidato all’Ufficio Legislativo di AEPI rappresentato da Giovanni Malinconico, sottolineata inoltre la necessità di un rilancio della domanda interna, intervenendo sulla tassazione sul reddito, nello specifico sull’aliquota che abbatte i guadagni del ceto medio: lo scaglione IRPEF del 38% per i redditi superiori ai 28mila euro va ridotto grazie alle risorse messe a bilancio.
Riguardo i centri per l’impiego– che saranno finanziati con ulteriori 90 milioni- AEPI propone che questi soldi vengano ripartiti in base al numero di nuovi occupati che ognuna di queste realtà dislocate sul territorio nazionale ha prodotto negli ultimi anni. Una proposta nel segno della concretezza, in grado di valorizzare quei centri che realmente abbiano contribuito alla crescita occupazionale.