I social ormai sono diventati parte integrante della vita di ognuno di noi. Facebook, Twitter, instagram snapchat sono solo alcune delle infinite piattaforme ormai presenti in tutti i cellulari che portiamo con noi ovunque andiamo.
Con la diffusione di internet e ancor di più con la commercializzazione di smartphone sempre più potenti, in poco tempo tutti hanno iniziato ad utilizzare i social e le applicazioni a loro annesse.
Internet ha rivoluzionato il modo in cui comunichiamo, facciamo affari (business), organizziamo una vacanza e perfino in cui ci informiamo. Non si cercano più nelle biblioteche le vecchie enciclopedie dalle infinite pagine su cui stare per ore, ora basta un click e la risposta alla tua domanda apparirà in un millesimo di secondo.
Ma si tratta davvero di progresso?
Quando si parla di social si pensa immediatamente ad un tipo di comunicazione globale e a flussi di informazioni che si muovono in tempo reale. Le distanze si sono accorciate e basta davvero poco per mettersi in contatto con persone che possono trovarsi anche dall’altra parte del mondo.
Ma alla stessa rapidità delle notizie importanti, vengono caricate altrettante informazioni inaffidabili e false, chiamate al giorno d’oggi ‘’bufale’’.
Il 64% delle persone che usano Twitter a scopo informativo afferma di essersi imbattuto in qualcosa che si è rivelata in seguito falsa.
Ricordiamo agli inizi della pandemia da corona virus la quantità di fake news che vennero sfornate sul web: come quella che il virus fosse trasmissibile dagli animali domestici, quando in realtà non esiste alcuna evidenza scientifica che i nostri cuccioli abbiano mai avuto un ruolo epidemiologico nella diffusione del Covid-19, o tantomeno che il virus fosse presente nei negozi cinesi.
Un aspetto positivo dei social network è anche il fatto che le forze dell’ordine possano utilizzare i social media per catturare e perseguire i criminali. Il 73% dei professionisti delle forze dell’ordine intervistati pensa che “i social media aiutino a risolvere i crimini più rapidamente”.
D’altro canto però i social media spesso e volentieri violano le norme di privacy ed espongono gli utenti a intrusioni governative e aziendali.
L’81% delle persone intervistate non si sente sicuro quando utilizza i siti di social media per condividere informazioni private.
Grazie ai social network è possibile curare i rapporti interpersonali, non solo restando in contatto con i propri amici ma anche facendo nuove conoscenze. Questo può essere positivo anche in ambito lavorativo. Sono molti al giorno d’oggi che trovano una nuova professione tramite LinkedIn o Facebook.
Ma c’è il rovescio della medaglia, e infatti si può diventare dipendenti dai social, a tal punto da compromettere la propria produttività lavorativa. Il Common Sense Media associazione che monitora l’uso dei social media negli usa, ha dichiarato che quasi la metà dei teenagers americani è affetto da dipendenza da social network e ha bisogno di riabilitazione. Per questo negli stati uniti stanno nascendo cliniche rivolte a questo tipo di ‘’rehab’’.
Occhio a usarli come passatempo solo quando non si ha altro di più importante da fare.