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Il Pantheon, una storia millenaria

Simona Maceroni

Il Pantheon è uno degli edifici oggi meglio conservati dell’antichità classica, grazie alla sua trasformazione in chiesa cristiana, Santa Maria ad Martyres, in seguito alla donazione che ne fece l’imperatore Foca a papa Bonifacio IV nel 609 d.C.

Il monumento che ancora oggi ammalia romani e turisti provenienti da tutto il mondo, non è però l’edificio originario, costruito da Marco Vipsanio Agrippa, grande amico, sodale e successivamente genero di Augusto, nel 27 a.C., come ancora possiamo constatare osservando l’iscrizione originaria sul frontone, bensì la sua ricostruzione da parte dall’imperatore Adriano circa due secoli dopo, in seguito alla distruzione operata dagli incendi dell’80 e del 110 d.C.

Adriano, con un atto di generosità e modestia, lasciando l’originaria iscrizione, non ha applicato quella che oggi chiameremmo una buona strategia di marketing,privandosi nei secoli della riconosciuta paternità di uno dei monumenti più straordinari mai costruiti.

Il sito scelto da Agrippa si suppone corrisponda più o meno al luogo della miracolosa ascensio ad astra di Romolo, avvenuta, secondo la tradizione, mentre passava in rassegna l’esercito durante una cerimonia in Campo Marzio, interrotta da un improvviso, violentissimo nubifragio.

E’ probabile che il primitivo Pantheon, che in greco, significa “di tutti gli Dèi”, perché dedicato a tutti gli dei olimpici, avesse una pianta simile all’attuale, ma forse solo nelle proporzioni e sicuramente non nella famosa ed ammiratissima cupola, caratterizzata dall’opaion, il buco, un diaframma aperto fra terra e cielo, che, secondo alcuni studiosi, potrebbe simbolicamente alludere al passaggio attraverso cui, come già era avvenuto per Romolo, era possibile per un mortale ascendere all’Olimpo.

Pantheon, ricostruzione

Il Pantheon di Adriano ha le mura spesse sei metri e venti centimetri, necessaria base sostruttiva della cupola; l’interno è scandito da nicchie alternativamente rettangolari e semicircolari; che ospitavano le statue degli dei e le pareti erano decorate da marmi provenientida tutte le cave dell’Impero, in parte ancora conservati; il pavimento, di cui si conserva lo schema originale, era digranito grigio, porfido rosso, marmo viola giallo e frigio di Numidia, ma soprattutto è coperto dalla cupola più larga e mai voltata in muratura di tutta la storia dell’architettura, vero capolavoro di maestria e tecnica, con un diametro di ben 43 metri, che corrisponde esattamente alla sua altezza, rendendo l’edifico nel suo complesso perfettamente inscrivibile in una sfera.

Lo scorticamento a vivo dell’opera in mattoni, visibile attualmente all’esterno del cilindro, che in origine era ricoperto in marmo, consente di ammirare la perizia ingegneristica dei costruttori, con i possenti archi di scarico che sostengono il peso della mole.

Inoltre, date le dimensioni della cupola, per la sua realizzazione è stata adottata una soluzione tecnica innovativa: l’alleggerimento progressivo del calcestruzzo ottenuto con l’uso di scaglie di mattoni in basso, poi scaglie di tufo, infine scorie vulcaniche, lapilli e vasi di terracotta vuoti in prossimità dell’oculus.

Cupola del Pantheon, lacunari

Internamente la cupola si presenta formata da 28 cassettoni disposti su cinque ordini orizzontali che vanno restringendosi progressivamente fino all’apertura circolare, con funzione non solo estetica, ma soprattutto statica, realizzati con un getto unico di calcestruzzo suuna centina di legno. All’esterno, era completamente ricoperta di tegole in bronzo dorato, asportate in epoca tardoantica per essere fuse così come il grande rilievo bronzeo che doveva decorare il timpano, di cui restano ben visibili i buchi delle grappe, ad opera di papa Urbano VIII Barberini, per la costruzione del baldacchino berniniano di san Pietro. E al grande artista barocco sono da attribuire le cosiddette “orecchie d’asino”, come i Romani chiamarono dispregiativamente i due campanili costruiti nel XVII sec. ai lati del frontone, rimossi poi nel 1883 su iniziativa dell’allora Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli.


 

 

 

 

 

 

Piazza della Rotonda con il Pantheon e la fontana, Pompero Molins, albumina 1870-1890

Oggi il Pantheon ospita le tombe dei due primi re d’Italia, Vittorio Emanuele II Umberto I di Savoia, ma anche di artisti come Raffello, Annibale Carracci e Baldassarre Peruzzi.

Molti si chiedono se nel Pantheon piove davvero e la risposta è si, ma non si allaga perché anche se la pioggia entra attraverso l’oculus, viene fatta filtrare attraverso 22 tombini posti nel pavimento che a sua volta è leggermente convesso.

Provare per credere!!!!!

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